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Processo Open, l'attacco di Renzi: "Hanno provato a fermarmi senza riuscirci"

“Al pm che mi ha accusato, Luca Turco, lo stesso che ha aggredito la mia famiglia non ho niente da dire. Mi spiace solo che vada in pensione dopodomani senza pagare per le sue perquisizioni illegittime e per la sua indagine incostituzionale. Chi sbaglia paga vale per tanti italiani, non per lui”. Matteo Renzi parla in Sala Nassirya a Palazzo Madama, la sala che era stata prenotata dal gruppo di Italia Viva per parlare di Manovra e che inevitabilmente dopo la notizia dell’assoluzione diventa il palco per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “È stato un processo politico”, dice, ma senza mandanti. “Non vedo un grande vecchio che dice ‘ok colpite Renzi’ ma vedo che quello che hanno fatto a noi non l’hanno fatta ed altri”.

 

  

 

 

Un pensiero lo rivolge anche agli ex compagni di partito che all’epoca dei fatti vennero ascoltati dai pm. “Bersani si era espresso sulla nostra moralità. Sto ancora spettando che restituisca i soldi che gli hanno dato i Riva a Taranto, poi parli di moralità”, aggiunge per poi ribadire: “Non dico che Bersani e Bindi sono i mandanti, la scelta l’ha fatto il pm Turco”. Se i mandanti non ci sono, gli esecutori materiali sono chiari: “Il dottor Luca Turco forse avrebbe dovuto rispondere delle spese che ha fatto sostenere allo stato italiano”. Renzi non dimentica neanche chi in questi 5 anni ha lucrato sulla vicenda giudiziaria: da Marco Travaglio al Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. “Perché la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non ha trovato un momento per fare un tweet e scusarsi per quello che il suo partito ha fatto? Perché non si è scusata su quello che ha detto sulle varie indagini?” e ancora “Conte e altri non hanno nulla da dire. La loro coscienza è in blackout. I forcaioli tacciono, i garantisti si congratulano”.