comune di sinalunga
Polo logistico di Bettolle, arriva lo stop di Italia Viva: “No, grazie. È irrazionale”
Il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli, esponente di Italia Viva, è intervenuto sulla costruzione a Bettolle del polo logistico, bocciando il progetto previsto nel comune di Sinalunga, a ridosso del centro abitato del paese, su terreni bonificati e storicamente agricoli: “L’idea di realizzare un polo logistico a Bettolle è irrazionale. Fuori dalla logica ipotizzare un polo logistico privo della possibilità di scambio merci gomma-rotaia”. Il presidente del gruppo Italia Viva ha poi proseguito: “Si tratta di un’ipotesi irrazionale che va contrastata perché si fonda esclusivamente sulla base di una paventata speculazione edilizia realizzabile a discapito della qualità della vita degli abitanti di Bettolle e della Valdichiana tutta. La logistica esiste in prossimità di porti o stazioni ferroviarie, solo così è possibile connettere più vettori e, nel contempo, creare valore aggiunto e opportunità di lavoro. L’hub naturale della Valdichiana vocato a destinazione logistica è l’area già esistente alle spalle della stazione ferroviaria di Chiusi. Un’area che ancora ha un potenziale di sviluppo da esprimere”.
Sul futuro di Bettolle per Scaramelli: “Andrebbe valorizzata come realtà della Valdichiana dove la tradizione agricola, unita alla vocazione turistica e culturale, coniuga qualità della vita e nuove forme di residenzialità turistica. Basti pensare alle Leopoldine, alla Chianina , al connubio con vino e prodotti di qualità per fare del turismo un traino economico che poggia su forti tradizioni. L’area del casello autostradale A1 e la relativa vicinanza dell’outlet hanno già condizionato, e non poco, la vivibilità di questo territorio che ha raggiunto a fatica l’equilibrio tra sviluppo e tutela del paesaggio”. Scaramelli si dichiara infine possibilista sulla costruzione della nuova strada di collegamento, la S.S. 327, in quanto “l’investimento potrebbe comunque migliorare la qualità della vita dei cittadini di Bettolle” tanto che “la Regione potrebbe essere disponibile a cofinanziare l’intervento viario”.
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Questo l’articolo, a firma Christian Campigli, sulla questione del polo logistico pubblicato sull’edizione del 12 dicembre de Il Tempo:
Un progetto che, se portato a termine, rischierebbe di squarciare un'area rurale tra le più autentiche in Toscana. Un angolo di serenità, all'interno del quale i residenti vivo no ancora a ritmi compassati, godendosi l'aria buona, poco inquinata (soprattutto se paragonata a quella delle grandi metropoli), in perfetto equilibrio tra modernità e tradizione, tra natura e tecnologia. Un piccolo eden, che un comitato di cittadini vuol difendere da bislacchi deliri di cementificazione forzata targata Pd. Entro fine anno potrebbe giungere l'approvazione da parte dell'unione dei comuni della Valdichiana per destinare, ad uso logistico produttivo, un'enorme area di circa 50 ettari. Ma non basta: vi è la previsione che saranno ben 13 gli ettari di edificato, nei terreni agricoli prossimi al casello autostradale Valdichiana a Bettolle, nel comune di Sinalunga. Una storia che, il nostro giornale aveva raccontato in esclusiva la scorsa estate. «Ancora non c'è ufficialità, ma si parla di una riduzione dell'area prevista non certo di uno stralcio – ci raccontano i membri del comitato No polo logistico Bettolle Voci che trapelano dicono di 5 ettari di edificato (capannoni), che si tradurrebbe probabilmente in circa 20 ettari di area totale. Nonostante le forti criticità emerse dalle osservazioni regionali, che parlano anche di non conformità alle leggi urbanistiche presenti in Toscana, si va avanti con questo progetto. Altro aspetto riguarda le criticità che la Regione esprime sull'intero piano strutturale: mancanza di strategia di area vasta, mancata perequazione territoriale ed eccessivo consumo di suolo». Se il proposito di edificare il polo logistico in quell'angolo di Toscana, al confine tra Siena e Arezzo, dovesse concretizzarsi, la vita dei residenti sarebbe devastata. Basta immaginarsi il via vai continuo di camion. Per altro in strade tutt’altro che moderne. Vi sarebbe un consumo di suolo irreversibile, su terreni agricoli rimasti intatti dalla bonifica. Appezzamenti comprensivi di tutti quegli elementi che hanno consentito alla Valdichiana di essere iscritta nel 2020 dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali, delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze Tradizionali. Senza dimenticare che la zona è diventata celebre, a livello mondiale, anche per la famosa vacca Chianina. Pochi giorni dopo l'uscita del nostro reportage, il deputato di Fratelli d'Italia Francesco Michelotti decise di intervenire e di presentare un'interrogazione parlamentare. «Per chiedere se i ministri interrogati intendano adottare urgenti iniziative affinché si salvaguardi la tutela del paesaggio, della sua identità culturale, storica, agricola, anche procedendo con l'apposizione di un vincolo paesaggistico ambientale su tutta l'area interessata dal progetto del polo logistico-produttivo o comunque attivando tutti gli strumenti normativamente previsti per evitare che si realizzi questo grave e irreparabile danno al paesaggio e indirettamente all'identità territoriale della Valdichiana». L'interrogazione 4/03520 indirizzata ai Ministeri della Cultura e dell'Agricoltura. Il 5 dicembre, in assenza di una risposta scritta, l'esponente di Fdi ha inviato una mail, per sollecitare il riscontro. Secondo le nostre fonti, i Ministeri avrebbero già richiesto la documentazione a Regione, Prefettura e Comuni interessati. Ben presto si saprà se un'area unica nel suo genere in tutto lo Stivale può trasformarsi nel più banale e comune dei poli logistici. O se, al contrario, le nostre eccellenze debbano essere difese e tutelate dalla cementificazione speculativa in salsa dem.