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Verdi, Bonelli il “macho” fra le donne: Evi e Zabatta elette e scomparse

Aldo Torchiaro
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Il verde non è rosa. Uscita di scena Rossella Muroni, archiviata la stagione dell’Ecofemminismo di Grazia Francescato, il partito di Angelo Bonelli si declina decisamente al maschile. C’è stato da poco il congresso, a Chianciano. Non ha riservato sorprese: hanno eletto nuovamente Bonelli come co-portavoce uomo e Fiorella Zabatta, sua fedelissima, come co-portavoce donna. E così, salvate le apparenze, la questione delle donne viene messa al sicuro. Così non è perché diverse esponenti starebbero contestando di essere state schiacciate, limitate, escluse dalla gestione “patriarcale” di Bonelli. Tema sensibilissimo, a sinistra, e che vedrebbe una contraddizione gigantesca in seno alla componente ambientalista di Avs.

 

 

A sollevarlo, ormai lo scorso dicembre, l’onorevole Eleonora Evi, ex co-portavoce nazionale. Che oggi, contattata dal Tempo, taglia corto: «Il partito dei Verdi è irriformabile». Un anno fa, la sua protesta era esplosa: «Rassegno le mie dimissioni da Co-portavoce - spiega Evi - pur restando fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l'ennesimo partito personale e patriarcale». Laddove personale e patriarcale sarebbero da intendersi come addebiti di Bonelli. «Dopo le politiche 2022 - dice Evi - qualcosa ha scatenato un corto circuito quasi indecifrabile. Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me, e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da Co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale. I Verdi, dopo una lunga assenza, tornano in Parlamento con una senatrice e sei tra deputate e deputati».

 

 

Tra questi ultimi anche Eleonora Evi. «Da questo momento, quando ho espresso posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza – raccontava la deputata – durante le riunioni della Direzione Nazionale e pubblicamente, sono stata accusata di ingratitudine nei confronti della famiglia verde che mi aveva accolta e offerto uno scranno in Parlamento». Una vicenda che non è solo personale ma politica. E che si dipana attraverso una linearità di decisioni al maschile, di presenza al maschile in televisione e nelle occasioni pubbliche. Il «gemellaggio» con Sinistra Italiana offre poi il destro a Bonelli per condividere le uscite mediatiche con Nicola Fratoianni, creando una diarchia di fatto a capo di Avs che semplicemente annulla quella prevista al vertice dei Verdi. «In pratica i Verdi sono guidati dalla stessa persona da 15 anni, è una monarchia», sottolinea Eleonora Evi. Niente di nuovo sotto al sole. Che se la ride.

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