nuovo capitolo
Inchiesta Equalize, gli spioni di Pazzali: "Dossier sottobanco a Report". Ranucci smentisce
Si apre un nuovo capitolo dell'inchiesta milanese su Equalize, esplosa con gli arresti dell'ex superpoliziotto Carmine Gallo e del suo braccio destro Nunzio Calamucci. Dalle dichiarazioni di quest'ultimo, messe a verbale dal pm Francesco De Tommasi e dal sostituto procuratore nazionale Antimafia Antonello Ardituro, sembra emergere un legame diretto tra gli spioni e la trasmissione Report. Come riporta Il Giornale, Calamucci ha tirato in ballo il giornalismo investigativo guidato da Sigfrido Ranucci affermando di aver passato "sottobanco" materiale alla redazione e facendo il nome di Giorgio Mottola, uno degli inviati della trasmissione Rai.
Gallo, interrogato, aveva già accusato il suo capo Enrico Pazzali e alcuni clienti appartenenti alla categoria dei vip di essere consapevoli dell'illegalità dei metodi alla base dei dossier realizzati da Equalize. Calamucci, così come l'ex superpoliziotto, ha negato di avere hackerato il sistema informatico del Viminale, ma ha ammesso gli accessi abusivi e i pedinamenti informatici. Poi il colpo di scena. Senza aspettare una domanda del pm, il braccio destro di Gallo ha chiamato in causa il programma di inchiesta giornalistica di Rai 3, fornendo dettagli.
Stando a quanto dichiarato da Calamucci, Report, in cambio di dossier riservati, gli avrebbe fornito informazioni che Equalize poi avrebbe usato per i suoi documenti. Immediate sono state le reazioni politiche. Hanno chiesto di fare luce sui "risvolti inquietanti" dell'inchiesta i deputati di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e Francesco Filini. "Gravissimo" quanto emerso è stato definito dal presidente dei senatori di FdI Lucio Malan: "Un rapporto di torbido mutuo soccorso che configura una commistione e corresponsabilità tra una delle trasmissioni di punta del Servizio pubblico e un soggetto privato, sfruttando le sue azioni di dossieraggio illegale", ha dichiarato.
Sigfrido Ranucci, curatore e conduttore del programma di Rai3, replica alle accuse di aver ricevuto "dossier sottobanco" da emissari della società Equalize, finita al centro dell'inchiesta della Procura di Milano: "Report non lavora su dossier ma con puro spirito giornalistico, né da parte nostra sono state date informazioni agli spioni: noi abbiamo il vizio di pubblicarle le notizie. Ricordo che Equalize aveva rapporti con ministri e politici del centrodestra, che ora sono spariti dal resoconto dei giornali. Non mi sorprende - aggiunge Ranucci - l'ennesimo attacco per delegittimare Report e uno dei suoi inviati di punta come Giorgio Mottola, su cui riponiamo la massima fiducia. Oltretutto Mottola non ha mai avuto contatti con lo spione in questione. Non mi sorprende neppure che a scrivere l'articolo sia il Giornale degli Angelucci, a firma di Luca Fazzo, sospeso dall'Ordine dei giornalisti, allontanato prima da La Repubblica, per i suoi rapporti di sudditanza proprio con Marco Mancini e il Sismi nel 2006. I nipotini di quel Pio Pompa che di dossier se ne intendevano eccome per delegittimare politici, magistrati e giornalisti nemici. A volte ritornano, o forse non se ne sono mai andati". "Non c'è alcun segreto su come lavora Report", insiste Ranucci. "La verità emerge sempre da sola, mentre le menzogne hanno bisogno di complici. Se gli spioni hanno voglia di parlare di Report perché non confessano che sono stati loro a spiarci, mentre stavamo realizzando una regolare inchiesta sul giro di consulenze che riguardavano un ministro? Gli unici dossier illegali e falsi sono quelli ai danni di Report e del sottoscritto certificati dalla storia. Ricordo che Report è stato sottoposto a un severo audit aziendale e inchieste della magistratura hanno escluso la presenza di dossier ed evidenziato la trasparenza dell'operato dei nostri giornalisti. Tutto il resto è fango. E non ci appartiene". Quanto alla richiesta di chiarezza da parte di FdI, "cominci a chiedere come mai un verbale di un interrogatorio fatto ieri sia finito nelle mani di Luca Fazzo".