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Sciopero, il Tar lo ordina e blocca l'Italia. Salvini: "Sarà il caos"

Luigi Frasca
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Il Tar del Lazio, interpellato da Usb, dà ragione al sindacato di base e annulla l’ordinanza con cui il ministro dei Trasporti Matteo Salvini riduceva a 4 ore la durata dello sciopero dei trasporti proclamato per oggi. Esulta il sindacato che parla di «bella giornata per la democrazia», mentre il ministro evoca «una giornata di caos». All’attacco del ministro partono le opposizioni con Avs che si chiede «quando verrà precettato Salvini, vero responsabile del collasso del Paese». Sullo sfondo la polemica sul diritto di sciopero dopo che il ministro è tornato a far balenare la possibile revisione della legge che lo regola. Dopo la sentenza del Tar quindi gli scioperi si protrarranno per l’intera giornata, con alcune fasce di garanzia nei trasporti per evitare il blocco totale. In piazza oggi e domani anche gli Ncc che accusano il governo di aver messo a punto «misure punitive per i conducenti a noleggio». Ma il Tar dà ragione anche a loro sospendendo il decreto interministeriale Salvini-Piantedosi sugli nella parte in cui stabiliva che gli autisti devono attendere 20 minuti fra una corsa e l’altra.

 

 

 

La decisione del Tar sulle precettazioni viene, invece, diffusa in tarda mattinata e il commento di Usb è immediato. «Il Tar del Lazio accoglie la nostra richiesta di sospendere l’ordinanza di precettazione di Salvini. Lo sciopero (di oggi ndr) è generale, regolare e legittimo e durerà 24 ore anche nei trasporti. Per una volta vincono i lavoratori e vince la democrazia». A stretto giro arriva la replica di Salvini. «Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio», sottolinea. E poi, in serata, aggiunge: «Non ci può essere uno sciopero al giorno. Io sto lavorando per aumentare gi stipendi ai lavoratori e la sicurezza degli utenti ma ogni venerdì l’Italia a piedi non si può vedere. Il diritto allo sciopero è sacrosanto ma c’è anche gente che ha una visita medica, un appuntamento di lavoro, che vuole andare a studiare. Quindi ho precettato e mi spiace che per l’ennesima volta un tribunale abbia fatto una sentenza che non è un dispetto a Salvini ma che rischia di bloccare l’intero Paese».
Immediate le reazioni politiche.

 

 

 

«Ancora una volta - sottolinea Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde - Salvini prova a ridurre i diritti dei lavoratori, usando la leva della propaganda, strategia tipica di questo governo, sostenendo che così si proteggono i cittadini. Ma mi chiedo: chi precetta Salvini, responsabile del collasso del Paese, a partire da quello ferroviario, che ogni giorno registra ritardi e cancellazioni di treni? Chi difende i cittadini dal vero "sciopero" dei servizi pubblici, causato dall’inadeguatezza di questo ministro, che ha azzerato il fondo sul trasporto pubblico, mettendo in ginocchio le città italiane e investendo 15 miliardi di euro per la realizzazione del ponte sullo stretto?». Una polemica che si intreccia alla possibilità di rimettere mano alla legge sugli scioperi, rilanciata ieri da Salvini. Ieri il ministro ha provato a correggere il tiro ma non la sostanza.

 

 

 

«È chiaro che la normativa sullo sciopero va rivista tutti insieme, non uno contro l’altro, in primis con i sindacati perché anche loro si rendono conto che se c’è uno sciopero al giorno non funziona. Non si può andare avanti di scontro in scontro, di precettazione in precettazione», ha spiegato alla presentazione del piano strategico 2025-2029 di Fs. Ma anche all’interno della maggioranza su un tema assai delicato prevale la prudenza. «Lo sciopero è un diritto fondamentale, e la normativa attuale già offre un equilibrio tra diritto e responsabilità. Cambiarla potrebbe aprire scenari imprevedibili e non credo sia necessario, dato che in Italia non viviamo una situazione di scioperi continui. Meglio mantenere l’attuale equilibrio», ha sostenuto Flavio Tosi, europarlamentare di Forza Italia.

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