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Conte boccia la linea di Schlein: “Non possiamo evocare soltanto l’antifascismo”. Scintille a sinistra
Vinto (anche) il secondo round della battaglia contro Beppe Grillo, Giuseppe Conte si rimette in sella con il chiaro obiettivo di tenere fede a quella promessa fatta alla comunità del Movimento 5 stelle: essere progressisti e indipendenti. Ieri, da Bruxelles, il presidente dei pentastellati ha tracciato la linea di demarcazione rispetto al Partito democratico per quanto riguarda la guerra russo-ucraina e soprattutto la corsa al riarmo. Oggi, a Roma, marcia ancora più spedito, perlomeno per la costruzione di un’alternativa di governo al centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Dopo il colloquio con La Repubblica in cui ha esplicitato una volta ancora che senza un programma condiviso, è pronto a correre da solo, seduto accanto a Gianni Cuperlo alla presentazione del libro di Alessandro Volpi, Conte non usa mezzi termini sul (fu) campo largo: «Se vogliamo costruire un’alternativa seria, credibile non possiamo soltanto evocare l’antifascismo, dobbiamo elaborare una proposta che abbia una visione, altrimenti saremo sì, testardamente convinti di andare a Chigi, ma il giorno dopo avremo molte difficoltà una volta preso possesso di quelle stanze».
E una di queste difficoltà potrebbe riguardare persino la legge sull’urbanistica, ribattezzata Salva-Milano, che il Pd ha votato alla Camera assieme alle forze di maggioranza. Dalla conferenza stampa dedicata al tema, organizzata dai pentastellati - e a cui partecipa anche Angelo Bonelli -, il leader dei 5 stelle continua a marcare le differenze con i dem, senza mai chiamarli in causa direttamente. «Ritirate quelle firme se volete costruire un’alternativa di governo - è l’appello che lancia -. Questa roba qui lasciatela fare alla destra più reazionaria che si potesse concepire, più restauratrice che si potesse immaginare, predisponetevi dal lato giusto, venite dal lato progressista, questa battaglia venitela a combattere con noi e con gli amici di Avs». E sì, perché per Conte una forza progressista oltre a mantenere le promesse elettorali, non è per il cemento, ma è per il verde, e soprattutto non affossa l’Italia, come invece si farebbe - e si farà - con il ’Salva-Milano’.