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Open Arms, Salvini è fiducioso: “6 anni? Neanche ad uno stupratore. Credo nell'assoluzione”

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Si avvicina la sentenza sul processo Open Arms, ma Matteo Salvini non perde la fiducia in un’assoluzione. “Uno che fra 15 giorni rischia sei anni di galera e sostanzialmente, di perdere tutto quello che ha per aver fatto il suo lavoro, felicissimo non è, però - dice al Tg2 Post sulla vicenda - sono tranquillo, conto di venire assolto perché ho fatto semplicemente il mio dovere, difendere i diritti degli italiani, difendere i confini, difendere la sicurezza, è qualcosa per cui i nostri nonni hanno dato la vita”.

 

 

Il leader della Lega va poi avanti sullo stesso argomento, con una provocazione: “Non credo di essere un eroe, però neanche un delinquente, sei anni non si danno manco a uno stupratore. Conto di venire assolto altrimenti sarebbe un pessimo segnale per l’Italia e un segnale incredibilmente positivo per gli scafisti, a proposito di Siria. Il 20 dicembre è cinque giorni prima Natale, come tutti i papà uno è già da giorni che sta pensando a come dare una mano a Babbo Natale e a Gesù bambino per portare quello che i figli si aspettano. Rischiare sei anni di galera a cinque giorni dal Natale non può lasciarti sereno, gioioso e tranquillo perché, ricordo a chi non segue la politica ma che è davanti al televisore magari per caso che da ministro dell’interno, come avevo promesso agli italiani, bloccai gli sbarchi degli immigrati irregolari da navi straniere riducendo del 90% gli arrivi, il minimo storico di morti, di problemi, di soldi”. 

 

 

“Per ringraziamento - chiosa Salvini - la sinistra in Parlamento ha votato perché io andassi a processo e la pubblica accusa di Palermo, quindi la procura di Palermo ha ritenuto che io sia un sequestratore di persone, un delinquente sostanzialmente, con sei anni di carcere richiesti e un milione di euro di risarcimento danni, che io dovrei dare ai poveri clandestini turbati”.

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