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Stellantis, stoccata di Calenda a Schlein per il silenzio assordante. E cita Nanni Moretti

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«Il mio appello alla Schlein è dì qualcosa, dì qualcosa di sinistra, perché non c’è niente più di sinistra che questa battaglia, cioè vedere lo scempio di un capitalismo predatorio, assistito, che lascia gli operai per strada. Se noi non siamo in grado di parlare di questo, fregandocene di chi possiede i giornali, non siamo in grado di dare rappresentanza alla parte che dobbiamo proteggere, che è quella delle persone più deboli. Quindi, cara Schlein, dì qualcosa». Impossibile non pensare, sentendo le parole di Carlo Calenda in un video, all’iconico Nanni Moretti che in ‘Aprile’ rivolgeva lo stesso appello, davanti alla tv, a un Massimo D’Alema impegnato in un confronto tv con Silvio Berlusconi. Qui si parla, invece, di Stellantis e il leader di Azione sottolinea nel suo videoappello sui social che «domenica alle 8 di sera è uscita la notizia che ha travolto un po’ tutti i media mondiali, cioè che Stellantis ha cacciato il suo amministratore delegato. Ovviamente questo ha generato grandissime preoccupazioni, ansie sul gruppo, sul futuro dei lavoratori. È un allarme che noi abbiamo dato da tanto tempo, una battaglia che abbiamo fatto per tanto tempo». 

 

 

«Stamattina è giovedì, è giovedì intorno alle 11 di mattina, Elly Schlein non ha pronunciato parola. Voi direte ma che te frega a te? No, mi frega molto, perché - prosegue Calenda - esce qualcosa che non gira nel rapporto tra la sinistra e la questione Stellantis, e non è spiegabile la ragione per cui Elly Schlein non riesce a parlare della più grave crisi di cui hanno parlato tutti i giornali, persino quelli Gedi». «E allora - riprende Calenda - l’altra volta io feci una battaglia per avere tutti i segretari di partito nel chiedere a John Elkann di venire in Parlamento, l’unica segretaria che alla fine non firmò, fece firmare a Misiani, fu la Schlein. E oggi appunto siamo a giorni di silenzio; allora io credo che sia giusto dire le cose come stanno». 

 

 

E qui c’è l’altro affondo del leader di Azione. «Questa cosa - osserva infatti - accade perché ci sono due giornali, Stampa e Repubblica, che sono come era l’Unità una volta. Sono i giornali del Partito Democratico - afferma sempre Calenda -. Dedicano a Schlein pagine infinite. Ovviamente noi siamo cancellati, perché diamo fastidio al loro padrone. Pagine di inni infiniti e sono come l’Unità, però anche no, nel senso che era il Partito Comunista a dare la linea all’Unità. Non era l’Unità a dare la linea al Partito Comunista».

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