M5S, stavolta è Conte a fare il funerale al grillismo: “Quel Movimento padronale non c'è più”
Dopo il ’funerale’ del Movimento 5 stelle celebrato da Beppe Grillo nel suo videomessaggio, denso di interpretazioni, anche Giuseppe Conte celebra il de profundis della creatura pentastellata, perlomeno quella pensata originariamente dall’Elevato e da Gianroberto Casaleggio. «Non c’è più - inizia il presidente ospite di Mattina 5 -, è morto, ma non sono morti i principi e i valori». Che tradotto significa che è morta la visione padronale del Movimento e si è anche esaurita la sua progettualità politica, specie dopo essere stati al governo. Non è, ovviamente, l’unico passaggio dell’intervista in cui l’ex premier passa al contrattacco. Come dicevano ieri alcuni parlamentari, anche Conte ci tiene a rimarcare il fatto che il garante si è fatto vedere poche volte a Roma, «e quando veniva - aggiunge - si rinserrava all’Hotel Forum con alcuni». Il riferimento, neanche troppo velato, è a Virginia Raggi, l’ex sindaca di Roma che, si dice, potrebbe prendere le redini in mano del Movimento qualora Grillo decidesse di andare fino in fondo nella battaglia per il simbolo. Al momento Raggi, assente all’Assemblea costituente 5S per ’motivi famigliari’, resta silente.
Cosa c'è dietro il carro funebre di Grillo. Il Vaffa a Giuseppi e la rinascita "rosa"
Altro nome che circola in queste ore è quello di Alessandro Di Battista. Ma, riferiscono fonti autorevoli all’Adnkronos, l’ex enfant prodige del Movimento non sarebbe interessato alla partita: né a quella giocata da Conte né tantomeno a quella tentata da Grillo, con cui Di Battista avrebbe rotto ormai tre anni fa, all’epoca del suo addio al Movimento legato alla decisione di appoggiare il governo di Mario Draghi, una scelta ’benedetta’ anche dal fondatore dei 5 Stelle. L’ex deputato romano, un solo mandato alle spalle per scelta, resta nell’agone politico con ’Schierarsi’, un’associazione culturale (al momento è ferma a questo). Al di là di chi potrebbe far parte della squadra, la questione del simbolo resta sul tavolo. Ma è il leader del Movimento 5 Stelle che spazza il campo da ogni dubbio, in primis perché afferma che no, non è di proprietà del co-fondatore, ma appartiene agli iscritti e solo se loro decideranno di volerlo cambiare, «lo faremo». Ma soprattutto perché mette dei paletti a qualsiasi iniziativa, richiamando quel diritto elettorale che prevale sugli altri piani in un probabile contenzioso: «Per i partiti politici vale l’uso in maniera consolidata del simbolo, ed è stato utilizzato in modo consolidato dal M5s», dice ancora Conte.
Quanto alla cancellazione della figura del garante da parte della base, l’ex avvocato del popolo ha una sua interpretazione. Tra loro e Grillo si sarebbe «rotto qualcosa» quando ha dato il via libera al governo Draghi. Sarebbe questo il motivo, stando sempre alle ricostruzioni di Conte, per cui il comico genovese si appella a lui chiamandolo il ’Mago di Oz’: «La parola - spiega - nasce da quel rapporto personale, da quei colloqui con Draghi, quando mi sfottevano un po’ velenosamente», ma per Conte non è mai stata una questione personale e quindi si rivoterà da domani alle 10 a domenica fino alle 22. L’obiettivo, ancora una volta, è raggiungere il quorum, ovvero la maggioranza assoluta degli iscritti, per convalidare la cacciata del garante. Anche per questo, ieri, nel video con la risposta a Grillo, che non viene mai menzionato (neanche con nomignoli), il presidente ha rilanciato l’hashtag #iorivoto, la wave che sui social imperversa da giorni per invitare alla partecipazione tutti.
"Posso dirvelo? Alle riunioni...": M5S, l'attacco frontale di Toninelli a Conte