M5S, il piano di Grillo contro Conte: “Non può essere presidente”
Nuovo capitolo della querelle fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che si contendono il Movimento 5 Stelle. In attesa della ripetizione del voto (voluto dal comico ligure) previsto dal 5 all’8 dicembre, l’ex Garante ha pubblicato una foto che lo ritrae nel suo studio insieme a Gianroberto Casaleggio. L’immagine era accompagnata dalla didascalia: «Domani, martedì alle 11.03 ho un delicato messaggio da annunciare». L’orario non è casuale. L’11 marzo del 2022 venne votato lo Statuto che ha permesso a Conte di assumere la guida del Movimento. Paolo Becchi, molto vicino a Casaleggio e al primo Movimento (quello del 2009) ha dichiarato: «Grillo domani impugna lo Statuto del 2022 e si mangia la banana» il riferimento era all’opera di Cattelan, acquistata per 6,2 milioni dal magnate cinese Justin Sun che poi ha deciso di mangiarla. Lo stesso Becchi, intervistato da Radio Radicale, ha spiegato come nel caso in cui Grillo impugnasse il nuovo Statuto e un giudice gli desse ragione allora Conte decadrebbe automaticamente visto che la sua carica non era prevista nello Statuto precedente. Non solo. C’è una sentenza di secondo grado della Corte di Appello di Genova (del 10 novembre 2021) che stabilisce come «il nome del Movimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso». Gli "storici" del Movimento ricorderanno come quella stessa immagine venne postata da Grillo anche il 4 ottobre del 2021 in occasione delle elezioni amministrative con il messaggio: «12 anni fa abbiamo fatto l’impossibile, ora dobbiamo fare il necessario».
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Tra messaggi in codice e questioni in punta di diritto l’unica certezza è che per Grillo il Movimento dovrebbe estinguersi piuttosto che trasformarsi, continuando a utilizzare marchio e logo originari, in un partito come gli altri. Convinzione condivisa da molti all’interno del Movimento. Danilo Toninelli, il presidente del Consiglio dei probiviri, ha serenamente dichiarato che sarebbe felice se «il Movimento venisse archiviato». Dal canto suo Giuseppe Conte si è detto sereno. «Non mi aspetto nulla» ha confidato il leader pentastellato a chi gli chiedeva un commento sulla diretta di oggi. Grillo «ha chiesto che si rivoti e rivoteremo. A chi chiede ancora la riconferma di un bagno di democrazia, rispondiamo chiamando tutti gli iscritti a votare, semplicemente. Questa è la democrazia, punto». E proprio il bacino dei votanti è uno dei punti critici fra le due ali del Movimento.
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I contiani sottolineano la linearità di un processo democratico che, appunto, trova la sua massima espressione nel voto. I grillini sottolineano come ad agosto Conte abbia cancellato oltre la metà degli iscritti. Toninelli, in una intervista a Fanpage, aveva sottolineato: «Se non fossero stati cancellati 70mila iscritti ad agosto, non sarebbe certamente stato raggiunto il quorum». All’assemblea costituente gli iscritti erano poco più di 90mila. Non solo. Grillo questa volta ha chiesto che venga coinvolta una società esterna che verifichi il risultato del voto. Un segnale di come il padre putativo del Movimento abbia dei sospetti sulla regolarità della prima tornata di voti. Oggi è il giorno in cui molti, non tutti, gli interrogativi troveranno risposta. C’è chi si attende degli attacchi ai «traditori», quei grillini della prima ora che si sono svenduti per un terzo mandato, e chi grandi rivelazioni come l’ex senatore grillino Elio Lannutti: «Beppe Grillo racconterà in un messaggio importante, scomode verità. Seguiamo ciò che dirà, senza preconcetti e pregiudizi».
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