Noi Moderati, l'intervista a Lupi: “Recuperiamo chi non vota più. Faremo crescere la coalizione”
Quindici ore di dibattito, tavoli tematici, tutti i leader della coalizione e l’applauditissimo intervento della Presidente Giorgia Meloni. Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, è molto soddisfatto dalla convention del suo partito all’hotel Marriott di Roma.
Due giorni intensi e importanti per Noi Moderati, un «nuovo inizio»...
«Il nuovo inizio oggi - a un anno e mezzo da quel maggio 2023, nascita di Noi Moderati - dice che l’evoluzione del nostro progetto conosce un nuovo impulso. In termini di qualità delle persone: per passione, competenza, esperienza chi sin da subito ha aderito e anche quelli che si sono aggiunti più di recente testimoniano, con il loro impegno ed entusiasmo, che la strada è giusta».
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Noi Moderati diventa formalmente la quarta gamba della coalizione di centrodestra?
«Quarta, terza, seconda... chi può dirlo? Abbiamo messo un seme. E quel seme cresce. Vedremo cosa diventerà. È certo che siamo in coalizione con la nostra identità specifica, per dare un contributo che porti la coalizione a crescere e a rappresentare sempre più italiani».
A chi parlate?
«Ai nove milioni di cittadini moderati, quelli di cui ci ha dato riscontro Antonio Noto con le sue ricerche. Elettori che in molti casi non votano più, né centrodestra né centrosinistra, e che noi ci impegniamo a rappresentare. Vogliamo andare a parlare con chi si è rifugiato nell’astensionismo e convincerli che è possibile unirci per dare forza a una nuova battaglia, basata sulla concretezza, sui temi non ideologici ma della vita delle persone e delle famiglie italiane».
Una questione anche di stile, mi sembra di capire.
«Sì, per noi fare politica significa anche questo. Non bisogna urlare, non bisogna polarizzare, non bisogna arroccarsi nello scontro ideologico. E non bisogna incitare alla rivolta sociale. Rimettiamo mani e piedi in mezzo alla società, scuotiamo dal torpore la politica richiamandola al suo valore anche sociale profondo, capace di ascoltare e di interagire con i bisogni di una società che si evolve».
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Con una capacità attrattiva trasversale, recuperando anche il vecchio terzo polo?
«Assolutamente sì, come dimostrano anche gli ingressi del Centro Popolare di Gelmini, Carfagna e Versace. Il valore aggiunto degli amici e delle amiche che vengono dall’esperienza del terzo polo e scelgono noi, smarcandosi da chi va a sinistra, la dice lunga su quanto sia affascinante la sfida che ci proponiamo. E che ci porta oggi a sancire il nostro ingresso nel Partito popolare europeo, che sentiamo come la nostra casa in Europa».
Grazie anche al benestare di Forza Italia. Con cui siete alleati, partner o competitor?
«Ho ringraziato pubblicamente Antonio Tajani, con FI abbiamo fatto un patto federativo per le liste alle elezioni europee. Guardiamo alla realtà: nel 2008 il centrodestra aveva un numero assoluto di elettori più ampio. Oggi vinciamo in percentuale, ma si sono persi milioni di elettori, dispersi nell’astensionismo. Li possiamo recuperare solo differenziando l’offerta politica, senza rinnegare il valore dell’unità di coalizione. Nessuna competizione con Forza Italia ma un grande lavoro comune».
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Senza dimenticare altre peculiarità di Noi Moderati, il civismo di Toti e l’ambientalismo animalista della Brambilla...
«Sono parti importanti di una società che si evolve. La spinta civica e il movimento animalista sono parti ineliminabilli di un percorso che coinvolge sempre più persone e converge coerentemente verso un centro a cui stiamo dando rappresentanza».
Ci sarà un riassetto nei gruppi parlamentari?
«Questo lo vedremo, non è stato deciso. Abbiamo dieci deputati alla Camera e otto senatori, e va tenuto conto dei nuovi ingressi nei nostri gruppi così come dell’alleanza con il Maie. Stabiliremo nei prossimi giorni che cosa fare».