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Sicurezza, il modello Sala è una sòla: boom di reati dagli immigrati

Christian Campigli
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Una linea netta, facilmente osservabile, in grado di demarcare con precisione la visione dei conservatori e quella dei progressisti sul principale temadi contesa politica degli ultimi dieci anni: la gestione dell’immigrazione extracomunitaria. Un argomento che ha nuovamente infiammato il dibattito pubblico dopo la morte di Ramy Elgaml, il 19enne di Corvetto, periferia sud est di Milano, deceduto dopo essere caduto da uno scooter guidato da un suo amico, mentre scappava dai carabinieri. Ieri il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha spiegato su X la propria posizione e quella del governo di centrodestra: «A Milano la situazione è attentamente monitorata e, a prescindere dai recenti accadimenti, nei prossimi due mesi arriveranno 600 nuove unità delle Forze dell’ordine. Resta il fatto che nel capoluogo il 65% dei reati è commesso da cittadini stranieri. Un dato che evidenza con chiarezza come non sia per nulla sufficiente limitarsi a regolarizzare chi è entrato illegalmente nel nostro Paese. Chi pensa che l’integrazione passi solo attraverso il rilascio di un permesso di soggiorno si sbaglia».

 

 

 

In rete, già poche ore dopo la dipartita del giovane egiziano, c’era chi avanzava il dubbio che i militari avessero speronato il Tmax, lo scooter lanciato a folle velocità nel cuore della notte. Una fake news, smentita anche dall’autopsia di ieri: dai primi accertamenti eseguiti nell’istituto di Medicina legale nulla legherebbe la morte a un urto con la gazzella dell’Arma, ma il decesso «è probabilmente riconducibile all’impatto contro il palo semaforico» presente all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta. Una voce falsa, che ha però infiammatogli animi e trasformato Corvetto in una banlieue parigina: cassonetti incendiati, autobus distrutti e una tensione che si poteva tagliare col grissino. Una situazione potenzialmente esplosiva e legata a doppio filo all’immigrazione. Non è un segreto che a Corvetto, come in molte altre periferie delle grandi città italiane, la presenza di extracomunitari sia massiccia, in particolar modo in aree degradate e negli alloggi popolari.

 

 

La sinistra, per tutta l’estate, ha chiesto a gran voce modifiche legislative che rendessero molto più agevoli (e veloci) le pratiche per il conseguimento della cittadinanza italiana attraverso l’adozione dello ius soli o dello ius scholae. Una posizione antitetica a quella dei conservatori, convinti che la vera integrazione passi dal rispetto delle regole del Paese ospitante, dal conseguimento di un lavoro stabile e di una solidità economica del controllo dei flussi migratori. Il modello dei sognatori del Sol dell’Avvenire e del radical chic Giuseppe Sala si è schiantato contro una serie di dati evidenti: basti pensare che il capoluogo meneghino, secondo le classifiche dei reati commessi nel 2023 e redatte dal quotidiano Il Sole 24 Ore, è in testa con oltre 7000 denunce ogni centomila residenti, davanti a Roma e a Firenze. Tre città governate, a livello comunale, guarda caso dalla sinistra.

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