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Landini infiamma la piazza. Donzelli: "Irresponsabile soffiare sul fuoco"

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Maurizio Landini, con tanto di linguaggio anni Settanta, è tornato ad aizzare la piazza contro l'esecutivo Meloni e ha scandito frasi come "rivolteremo il Paese come un guanto" o "non ci limiteremo alla protesta". La giornata dello sciopero generale contro la manovra del governo si è chiusa con due immagini che hanno sovrastato gli slogan rilanciati dai segretari di Cgil e Uil dalle piazze di Bologna e Napoli: i poliziotti rimasti contusi negli scontri di Torino e le foto di Meloni, Salvini e Crosetto date alle fiamme dagli antagonisti. "È irresponsabile soffiare sul fuoco. Landini alza le parole e poi c’è qualcuno che lo prende sul serio ed è pronto a fare gesti irresponsabili". A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è stato Giovanni Donzelli, deputato di FdI e organizzatore nazionale del partito.

 

 

Il riferimento di Donzelli è al "fare scontri violenti con la polizia. Bruciare le foto del presidente del Consiglio, ma anche dar fuoco ai manichini delle persone". Sull’espressione "Rivolta sociale", il deputato di FdI non ha dubbi: "È un’espressione che il segretario della Cgil va ripetendo da diverse settimane, soffiando, appunto, sul fuoco. Ma mai gli ho sentito dire una parola sulle aggressioni subite dai poliziotti che a quanto mi risulta sono lavoratori che anche il sindacato dovrebbe tutelare". In ogni caso, "più che la svolta autoritaria del governo, vedo la svolta minoritaria del sindacato. Nella scuola alle 17 di ieri l’adesione allo sciopero non arrivava al 6%. E questo è soltanto un esempio. Se invece di difendere gli interessi veri dei lavoratori ci si butta sulla politica poi i lavoratori ti girano le spalle".

 

 

Le percentuali, insomma, "parlano da sole e sono lontanissime da quelle di quando il sindacato era un movimento di massa. Direi che i conti si devono fare con altre cifre, quelle vive". Con il ddl Sicurezza diventeranno reato scioperi e blocchi stradali? "Parliamo dei blocchi stradali? Compito dello Stato - ha spiegato Donzelli - è difendere i più deboli, intendiamoci su chi è debole. Il pendolare che prede il treno per andare a lavorare? O il ragazzotto che quel treno lo vuole bloccare convinto così di salvare il mondo dall’inquinamento? La persona che va in ospedale e quando torna si trova la casa occupata o chi la occupa?", ha chiesto. "In venticinque mesi nei trasporti ci sono stati quasi mille scioperi, più di uno al giorno. Non mi pare che si stia negando questo diritto. Il decreto sicurezza non toglie la libertà, impedisce invece che poche persone calpestino le libertà di tutti gli altri", ha concluso. 

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