fedelissimo

Governo, arriva l’addio di Fitto e Meloni si commuove. La partita sul successore

Si commuove Giorgia Meloni sul palco di Bari, dove è arrivata per la firma dell’ultimo accordo di coesione con le Regioni, si commuove e mima anche il gesto del pianto quando saluta Raffaele Fitto, tra i più fedeli e stakanovisti dei suoi ministri, in procinto di dimettersi e di far le valigie per Bruxelles dove rivestirà il ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione von der Leyen II. Tornati a Roma, l’ultimo Cdm insieme, poi il Cipess e la cabina di regia del Pnrr, per il ’passaggio di consegne’. La premier rassicura i presenti, sa bene che, come in molti riconoscono nella sua squadra, «per fare un Fitto ce ne vogliono tre», ma il messaggio che vuole trasmettere e che si andrà avanti spediti e senza battute d’arresto, anche senza il super ministro salentino in campo.

 

  

 

Sul Pnrr, dice dunque la premier, l’azione del governo «proseguirà senza soluzione di continuità, lavorando incessantemente per portare a compimento, nei tempi previsti, tutti gli investimenti e le riforme del Piano». Con lo «stesso rigore, la stessa passione e lo stesso spirito di abnegazione» di Fitto, «un ministro estremamente prezioso». «Ma non siamo preoccupati, questa competenza - assicura Meloni, pronta ad assumere l’interim - rimarrà in ottime mani».

 

 

In quali, però, sono ben pochi a saperlo. E anche i nomi circolati per un posto da ministro agli Affari europei -una ’pedina’ preziosa, come avrebbe fatto notare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel pranzo di mercoledì scorso al Quirinale - non sarebbero quelli giusti, assicurano fonti autorevoli. Compreso quello di Elisabetta Belloni, senz’altro stimata dalla presidente del Consiglio, ma impegnata a ricoprire caselle che Meloni non intende lasciare scoperte o cedere ad altri. Anche Giulio Terzi di Sant’Agata, altro nome rimbalzato nei totoministri, non sarebbe in lista. Inoltre, riferiscono fonti di primo piano all’Adnkronos, la notizia secondo cui il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, avrebbe richiesto un incontro con Meloni per esprimere un presunto veto sulla nomina di Belloni a ministro degli Affari Europei «è del tutto priva di fondamento. Belloni è impegnata con altri importanti incarichi. E non avrebbe senso porre veti su un ministro - viene rimarcato - che è in quota a Fratelli d’Italia». Una precisazione che sembra finalizzata anche a spegnere ogni eventuale ’appetito’: il ministro che arriverà, vestirà la maglia di Fdi. Mentre le altre deleghe dovrebbero rimanere in capo a Palazzo Chigi, con la ’regia’ del sottosegretario Alfredo Mantovano.

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe