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Governo, il centrodestra si ricompatta: remare uniti e basta sgambetti

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Andare avanti uniti, concentrati sulla manovra finanziaria, abbassando i toni e, possibilmente, evitando ulteriori inciampi parlamentari. Dopo giorni passati sull’ottovolante, la maggioranza prova a ricompattarsi e a far sbollire le tensioni legate al voto sul canone Rai che ha visto il centrodestra spaccarsi in Commissione bilancio al Senato, un passaggio parlamentare delicato che ha creato fibrillazioni nella coalizione che sostiene il governo di Giorgia Meloni, soprattutto tra Lega e Forza Italia. L’imperativo adesso però è smorzare, troncare, sopire. Impedire che la dialettica tra le forze di maggioranza sfoci in una rissa, con ricadute nefaste sulla discussione relativa alla legge di bilancio che terrà impegnate commissioni e Aule parlamentari per quasi tutto il mese di dicembre.

 

 

C’è chi non si fa illusioni e parla di una mera ’tregua armata’, convinto che le divisioni riemergeranno prima o poi, e chi invece confida nel senso di responsabilità di tutti e nell’efficacia della moral suasion di Meloni dopo «l’inciampo» in Commissione, che per Palazzo Chigi «non giova a nessuno». All’indomani del duro scambio di accuse tra Fi e Lega, nel centrodestra si prova a riportare il sereno. Nessun «problema personale» con Salvini e «non ci sono guerre» dentro il centrodestra dopo il voto sul canone Rai, assicura il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, che invita la sinistra «a non illudersi che per un emendamento che non abbiamo votato ci siano problemi nella maggioranza». Il numero uno azzurro precisa che da parte di Fi non c’è l’intenzione di «rubare voti» alla Lega, l’obiettivo - puntualizza - è «far crescere la coalizione» sostenendo il governo «con grande determinazione». Anche il portavoce forzista Raffaele Nevi getta acqua sul fuoco, dopo il «paraculetto» con cui avrebbe apostrofato il segretario della Lega Matteo Salvini: «La mia frase è stata estrapolata da un ragionamento più ampio. Confermiamo anzi che con Salvini andiamo d’amore e d’accordo, a volte è normale che ci siano differenze di idee ma siamo tutti al lavoro per dare un futuro migliore agli italiani», chiarisce Nevi ai microfoni di ’Un giorno da pecora’, aggiungendo: «Salvini ha capito quello che è successo da persona intelligente qual è. Questi attacchi strumentali rafforzano il governo, altro che crisi».

 

 

Nonostante i tentativi di calmare le acque il livello di guardia resta però alto. Gian Marco Centinaio della Lega lancia un messaggio agli alleati di Fi: «Dare del ’paraculetto’ a Matteo Salvini significa insultare tutti i leghisti. E noi paraculetti non lo siamo affatto. Evitiamo questi insulti e torniamo a lavorare seriamente al programma per cui gli italiani ci hanno votato», scrive sui social il vicepresidente del Senato, rilanciando l’intervista a Repubblica nella quale parla di «aria frizzante» all’interno della coalizione che rischia di diventare «irrespirabile», come ai tempi del governo gialloverde di cui era ministro. In casa Fdi si guarda con la giusta dose di preoccupazione all’innalzamento del livello dello scontro tra i partner di coalizione. «Non ci fa bene tutto questo», dice un parlamentare meloniano di lungo corso a microfoni spenti, «se non ci diamo tutti una calmata finisce male. L’incidente è sempre dietro l’angolo e le urne a quel punto non sarebbero più uno scenario così lontano, anche per un governo con un consenso ampio come il nostro...». Davanti ai taccuini però l’ordine di scuderia è quello di minimizzare e derubricare le liti a mera dialettica di maggioranza.

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