Guerre stellari
Grillo ai suoi: “Conte si faccia il suo partito”. Ma Giuseppi punta al “tesoretto” M5S
Mentre Giuseppe Conte percorre chilometri e chilometri di studi televisivi e Patuanelli si lascia intervistare da chiunque parli bene, purché respiri, i fedeli di Beppe Grillo organizzano il "Movimento dei ribelli", quello che si pone come alternativa alla svolta contiana. «Giuseppi - avrebbe detto Beppe ai suoi più stretti di collaboratori - si faccia il suo partito. Noi ci teniamo il nostro logo, quel progetto in cui abbiamo sempre creduto e anzi lo rilanciamo». Il punto di partenza per tale operazione sono ovviamente i contestatori che hanno fatto irruzione a Palazzo dei Congressi, ovvero i «ragazzacci», come li ha definiti qualche portavoce, a cui erano stati sequestrati gli striscioni nel primo giorno di Nova. «In seguito all’intenso percorso culminato lo scorso weekend – scrivono in una nota – abbiamo deciso di dar vita a una nuova esperienza sociale per rendere onore ai temi e ai principi che ci hanno accomunato». Nasce, dunque, l’associazione “Figli delle stelle”, che prende il nome dalle magliette indossate da chi, nel giorno della consultazione online, aveva avuto la forza di denunciare gli imbrogli, poi confermati dal retroscena del Tempo, secondo cui l’ex presidente della Camera Fico, prima della chiusura delle urne, veniva rassicurato dall’amico Crimi, impegnato al pc a guardare non si sa cosa.
I ribelli, pur non citando Grillo, la cui immagine compariva insieme a quella di Casaleggio sulle t-shirt indossate nell’ultima contestazione, è chiaro come si riferissero alla crociata dell’Elevato-fondatore, quella per riportare in auge i principi delle origini, cancellati dall’attuale vertice. «Intendiamo promuovere – evidenziano - tutte le forme di impegno sociale tese a ripudiare il mantenimento di cariche politiche a lungo termine, ponendo quale condizione irrinunciabile il ricambio generazionale e di personale nelle rappresentanze della collettività». Non viene diffuso nulla, invece, rispetto alla posizione del neonato gruppo sulla votazione che si terrà dal 5 all’8 dicembre. Prima della contromossa di Beppe, i dissidenti, erano per l’astensione. Una cosa è certa, la consultazione su Sky Vote, avvenuta la scorsa settimana, continua a non convincere. Tant’è che lo stesso Conte ha lanciato sul portale del M5S un sondaggio per chiedere agli iscritti come hanno avuto accesso alla piattaforma, se hanno votato, se è stato semplice farlo o se, al contrario, hanno avuto bisogno del servizio assistenza, organizzato da un privato, per l’occasione, su mandato del vertice. La domanda, quindi, che si pone più di qualcuno è perché il presidente del M5S si interroghi su un qualcosa che, come ha sempre sostenuto, doveva essere scontato. Se tutto fosse andato per il verso giusto, perché spendere ulteriori risorse per capire meglio? Siamo di fronte, dunque, all’ennesimo giallo a 5 Stelle, dopo il misterioso grillicidio.
Altro mistero, poi, quello relativo al tesoretto dei gialli. Dietro la discesa dei figli delle stelle, dicono i ben informati, ci sarebbe la volontà di capire come siano stati spesi i soldi ottenuti dai pentastellati con l’introduzione del due per mille. «Nel 2023 - s’interrogano alcuni militanti di lungo corso - avevamo un fondo cassa da 1,8 milioni di euro. Adesso, dopo il contributo arrivato dalle imposte dei cittadini, a quanto ammonta? Il risparmio sulle uscite per il garante, dove è andato a finire? Quanto è costato Grillo? Due dovrebbero essere le indiscusse parole d’ordine: trasparenza e legalità».