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Ursula bis, i socialisti si spaccano. Francesi e tedeschi contro Fitto

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Oggi Ursula von der Leyen va alla conta a Strasburgo con un numero fatidico in testa: 401. Sono i voti con cui è stata rieletta presidente della Commissione Europea il 18 luglio scorso, a scrutinio segreto. Il suo nuovo collegio dei commissari verrà votato in plenaria, a maggioranza semplice e con voto palese. Il panorama politico europeo, in questi mesi, ha subito però cambiamenti non trascurabili. Uno dei più rilevanti è stato l’apertura verso il gruppo dell’Ecr, i Conservatori e Riformisti Europei, di cui fa parte Fratelli d'Italia, che voterà in suo sostegno dal momento che Fitto è sia commissario del Pnrr che vicepresidente.

 

La presidente della Commissione Ue ha fiducia e riesce a includere verdi, socialisti, liberali, Ppe ed Ecr nella sua nuova maggioranza. I socialisti sono chiari nel dichiarare che la maggioranza include i verdi ma non Ecr. I verdi si sentono inclusi nella coalizione, ma solo parzialmente. Il Ppe, poi, attraverso il suo capogruppo Manfred Weber, parla una maggioranza europea che va “dai Verdi a Ecr”, precisando che il fronte europeista include solo una parte di Ecr, ovvero Fratelli d’Italia. In realtà, il partito di Giorgia Meloni darà il suo voto al pacchetto di oggi, riservandosi poi in futuro di dare il suo sostegno a seconda dei provvedimenti che verranno varati dalla nuova Commissione. 

 

 

 

L'altra mossa strategica di Von der Leyen riguarda i verdi: ha infatti nominato l'ex capogruppo Philippe Lamberts come consigliere speciale per il clima. A quel punto, metà del gruppo dei verdi, circa venti eurodeputati guidati dalle delegazioni tedesca e olandese, ha scelto di sostenere la nuova Commissione. Le delegazioni italiana, belga e francese optano invece per il no. Situazione difficile anche tra i socialisti. Il gruppo, guidato dalla spagnola Iratxe García Pérez, ha deciso di supportare la nuova Commissione, facendo un passo indietro rispetto al no a Raffaele Fitto, che molti di loro avevano descritto come un “esponente di una forza postfascista”. Le delegazioni italiana e spagnola guidano il fronte del sì a von der Leyen, mentre tedeschi, francesi e belgi si dividono tra astensioni e voti contrari.

 

 

 

In Italia, intanto, le proteste del Partito Democratico per la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo si sono dissolte in una bolla di sapone. "Gli italiani capiscono che avere un vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, ruolo mai ricoperto prima dall'Italia, con deleghe strategiche, è una grande opportunità e rispecchia il ruolo dell'Italia in Europa", ha detto Giorgia Meloni. Secondo una notizia dell'ultima ora riportata dall'Ansa, invece, l'Spd tedesco ha deciso di astenersi. "Per la prima volta nella storia delle istituzioni Ue, un rappresentante di un partito post-fascista sta per ottenere una posizione di leadership. Ciò è stato possibile solo perché la presidente della Commissione ha proposto Raffaele Fitto alla posizione di rilievo di vicepresidente della Commissione, anche se la famiglia del suo partito, cioè Ecr, non ha votato sua nomina", ha scritto in una nota la delegazione del SpD all'Eurocamera, l'eurodeputato Rene Repasi.  

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