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Tajani occupato, Fi diserta il Cdm: dietro ci sarebbero tensioni con gli alleati

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Edoardo Romagnoli
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Era tutto pronto per il Cdm quando i ministri di Forza Italia hanno fatto sapere che non avrebbero partecipato. La richiesta è arrivata direttamente dal segretario azzurro e vicepremier Antonio Tajani. Slitta quindi a venerdì mattina la discussione sul decreto giustizia. Ufficialmente il forfait, spiegano dal partito, è dovuto agli impegni del ministro degli Esteri impegnato al G7 a Fiuggi, in realtà dietro ci sarebbero alcune tensioni con gli alleati. C’è un tema generale che è sorto dopo le elezioni e che lo stesso Tajani ha fatto presente a più riprese alla premier. Forza Italia è uscita dalle urne delle Regionali come secondo partito della coalizione, ma all’interno della maggioranza non pesa come tale. Non è un caso che nei prossimi appuntamenti elettorali gli azzurri non sembrano in pole per poter esprimere un loro candidato alla guida della coalizione.

 

 

 

Per quanto riguarda la Manovra continua il braccio di ferro tra Lega e Forza Italia sul canone Rai. Il Carroccio vorrebbe prorogare il taglio del canone da 90 a 70 euro anche nel 2025. Gli azzurri sono contrari, tanto che Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato dei forzisti, ha sottolineato come sia una mossa inutile se poi «si danno 400 milioni dei cittadini alla Rai». Ma le tensioni fra il partito di via Bellerio e Forza Italia riguardano anche gli ormai celebri extraprofitti delle banche. Per Salvini è necessario «far pagare i banchieri» mentre Tajani frena: «Con noi non ci saranno mai tasse sugli extraprofitti delle banche». Senza dimenticare il capitolo pensioni minime, la battaglia storica di Forza Italia sin dai tempi di Berlusconi. L’aumento ci sarà ma non quanto avrebbero sperato i forzisti. In tutto questo Giorgia Meloni continua a predicare la calma fra gli alleati, ma soprattutto a scongiurare la richiesta di «bandierine» in una Manovra già complicata di suo, sia per i pochi fondi a disposizione, sia per i «debiti» che le misure grilline hanno lasciato in eredità.

 

 

 

Solo che nel partito di Tajani la richiesta della premier suona come un modo per tenere tutti buoni e nel frattempo prendere sempre più spazio in favore di Fratelli d’Italia. Infine c’è il dossier sulla giustizia. La bozza del provvedimento prevede un inasprimento sulla cybersicurezza. In pratica viene affidato al procuratore nazionale antimafia la funzione di impulso nei confronti dei procuratori distrettuali per il coordinamento delle attività di indagine per mezzo della polizia giudiziaria sui crimini che riguardano l’accesso abusivo a un sistema informatico o telematico di interesse militare o relativi all’ordine o alla sicurezza pubblica, ma anche alla sanità o la protezione civile. Il tempo massimo per le indagini preliminari viene fissato a un massimo di due anni e viene introdotto l’arresto obbligatorio in flagranza. Una norma che non ha convinto Forza Italia. Tanto che Gasparri ha sottolineato come: «Quanto previsto nel decreto merita ancora una riflessione nel governo. Così come è stata concepita, la bozza del decreto inerente a questo tema non può passare senza un esame approfondito dell'intero Cdm, dal quale potrebbero emergere alcune osservazioni su dettagli da approfondire e forse rivedere. Del resto non è una materia che può essere affrontata senza tutta la coalizione, di cui alcuni membri oggi sono assenti per altri importanti impegni». Alla luce di tutto ciò quell’assenza è più di un segnale agli alleati.

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