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Grillo, il piano per riprendersi il M5S dopo i brogli denunciati da Il Tempo

Edoardo Sirignano

Parte l’operazione «riconteggio». I brogli, denunciati dal quotidiano “Il Tempo”, fanno deflagrare il nuovo Movimento. A chiedere formalmente la ripetizione del voto degli iscritti, come gli consente il ruolo di garante, è lo stesso Grillo. Il siparietto tra Crimi e Fico, secondo quanto riferiscono i fedeli dell’Elevato, sarebbe stato “l’elemento” o meglio la “prova” che avrebbe indotto il fondatore ad avviare la controffensiva verso quel Conte, che lo ha messo alla porta e poi cancellato. Gli strani sorrisi dei big nei corridoi di Palazzo dei Congressi, prima che il notaio pronunciasse il verdetto della consultazione online e soprattutto l’estemporanea battuta tra l’ex capo politico e il suo amico ex presidente di Montecitorio, confermerebbero quanto denunciato dai figlio meglio i “ribelli” delle stelle, come li ha definiti qualche onorevole di nuovo corso. Questi, dopo essere stati bloccati dalla sicurezza, avevano parlato di «imbrogli» e «kermesse truccata».

 

  

 

 

Ecco perché il genovese, adesso, non può starsene più con le braccia conserte e mediante il suo fido Toninelli, invita i «delusi da questo scempio a non disiscriversi dal M5S». Quando verrà rifatta la votazione, il loro ruolo, per l’ex ministrò, sarà «fondamentale». Il fondatore, dunque, ha intenzione di giocarsi tutte le carte a disposizione, comprese quelle bollate. A confermarlo Beppe Enrico Maria Nadasi, cofondatore dell’associazione «Movimento 5 Stelle 2013», proprietaria del conteso simbolo. «È opportuno – commenta - che Conte adesso se ne faccia uno suo. Quello attuale appartiene a Grillo, che lo rivuole indietro». Altrimenti per il ligure può finire tranquillamente in un museo.

 

 

Con il fidato amico, l’Elevato avrebbe espresso anche una serie di considerazioni sugli ormai "ex seguaci": «Beppe - rivela - era stupito delle tante persone che hanno fatto parte della storia di questa forza. Nessuna di esse ha preso le sue difese. Non si sono schierate, hanno aspettato. Tutti appiattiti sull’attesa che Conte potesse archiviare la regola dei due mandati». Il leone, pur essendo ferito, però, non è morto. Anzi, avrebbe altre armi nel in mano, come rivelato dallo storico avvocato dei dissidenti Lorenzo Borrè. «Dopo una prima impugnazione del Tribunale di Napoli che diede ragione a Conte-spiega-potrebbe essercene anche un altro che decida diversamente e opti, dunque, per la sospensione, bloccando il principio della Costituente».