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M5S, il Grillicidio si tinge di giallo. Spuntano Crimi e Fico al pc prima dei verdetti

Edoardo Sirignano
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Altro che trasparenza e orizzontalità. Le stanze chiuse di Sky Vote, quelle dove è stato deciso il futuro del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, sono aperte a pochi, anzi a pochissimi privilegiati. Meglio, poi, se sei un aspirante Garante o un ex presidente della Camera. È quanto è successo ieri nella seconda giornata di “Nova”, l’evento organizzato per concludere la cosiddetta "fase costituente". Mentre i comuni mortali, arrivati con i pullman pagati dai vari onorevoli, ascoltano Marco Travaglio e aspettano di sapere il riscontro della piattaforma, quel volpone di Roberto Fico irrompe nella stanza del bottone o meglio dei conteggi. Qui non trova un tecnico qualunque della società appaltata per la speciale occasione, ma il redivivo Vito Crimi. L’ex capo politico, un tempo fedelissimo di Beppe Grillo e ora pilastro del nuovo corso, è, in un banchetto, impegnato a fare calcoli. Non si sa su cosa, considerando che il quorum, come ammesso dallo stesso ex premier, era stato raggiunto nella giornata di venerdì e i dati della consultazione, quelli veri, sarebbero stati pubblicati almeno una mezz’oretta dopo. E tra un conteggio e l’altro arriva la strana domanda di Robertone da Napoli, che, mentre probabilmente sogna di prendere il posto dello sceriffo Vincenzo De Luca, che in dialetto gli chiede: «Tutt’apposto? ».

 

 

Da benpensanti speriamo che si riferisse alla salute del suo vecchio amico dei Meetup, apparso abbastanza stanco, ma più di qualche malizioso, invece, ha pensato che facesse riferimento proprio agli strani quesiti a crocette che, in un solo colpo, fanno fuori l’ormai nemico Garante e hanno messo termine al limite del doppio mandato, dando la possibilità ai fortunati onorevoli a 5 Stelle di fare politica in eterno. Una cosa è certa lo strano siparietto, causato dal classico ragazzino sbadato che, dopo essere andato al bar, ha lasciato la porta aperta, fa riflettere rispetto ai dubbi sollevati dai militanti della prima ora, i figli delle stelle, per cui ci sarebbe stato più di qualche semplice imbroglio. Stiamo parlando, infatti, di una conversazione, come spiegato in precedenza, avvenuta prima che il notaio parlasse al pubblico delle grandi occasioni, che mettesse la famosa chiavetta nel software.

 

 

Nello stesso frangente, guarda caso, poi, più di qualche portavoce faceva il segno «ok». Non sappiamo a cosa si riferisse e non sarà mai detto, ma è legittimo chiedersi: perché tanto entusiasmo, quando ancora tutto è incerto e soprattutto quando gli iscritti avrebbero potuto decidere qualunque cosa? Varrà anche stavolta il vecchio detto per cui il polpo si cuoce con la sua acqua? E se a far saltare il piano dei furbetti, come lo hanno definito i signori dei banchetti, siano stati proprio quegli onorevoli, adesso classe dirigente a tempo indeterminato, grazie a quel presidente che ha sacrificato l’Elevato per la sua preziosa corte.

 

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