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Giudici, il sistema Lucano infiamma la politica. “Toghe schierate, è inammissibile”

Rita Cavallaro
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Nuova bufera sulle toghe rosse. Dopo la mail contro Giorgia Meloni del giudice Marco Patarnello, le bocciature ideologiche sul modello Albania della presidente di Magistratura Democratica Silvia Albano, lo screenshot anti premier della togata Antonella Marrone, ecco che l'ultima esclusiva de Il Tempo, che ha rivelato le intercettazioni choc del giudice Emilio Sirianni per salvare Mimmo Lucano dall'inchiesta sul modello Riace, scatena il caos. E alla vigilia del Cdm, con un decreto che prevede sanzioni contro i giudici «di parte», la politica si infiamma, mentre la magistratura pensa alle prossime mosse per smontare l'evidenza dell'attivismo politico delle toghe. «C'è una parte della magistratura ideologicamente schierata a sinistra e questo non è ammissibile. Bisogna prenderne atto», scrive sui social Fratelli d'Italia.

 

 

E anche il partito fondato da Silvio Berlusconi, il leader che per trent'anni ha puntato il dito contro quelle toghe rosse definite il braccio armato dei comunisti, promette provvedimenti sui magistrati politicizzati, che da Mani Pulite ad oggi hanno costruito un potere illimitato a colpi di avvisi di garanzia. «Porterò in Parlamento le clamorose rivelazioni dell'inchiesta del quotidiano Il Tempo sull'operato di Mimmo Lucano», annuncia il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, facendo riferimento alle intercettazioni choc tra il sindaco di Riace e il giudice Sirianni, riportate nel dispositivo con cui il Csm ha valutato negativamente l'operato del magistrato, il quale avrebbe agito da «permanente consiliori» di Lucano. È così che il procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, aveva definito il giudice della Corte d'Appello di Catanzaro, iscritto a Magistratura Democratica, nell'atto conclusivo dell'inchiesta contro il sindaco di Riace. Nel corso della quale, per sottrarre l'amico dal giogo degli inquirenti, Sirianni avrebbe scritto «contro deduzioni avverso la relazione negativa degli ispettori», avrebbe «formulato un'istanza di accesso agli atti funzionale alle difese del Lucano» e addirittura si sarebbe speso per «influenzare gli organi politici e la pubblica opinione, in ragione dell'appartenenza ad uno dei gruppi della Magistratura associata». Mentre Lucano metteva a punto un sistema arbitrario di spese da inserire nel rendiconto Cas per ottenere i fondi Sprar e coprire somme sottratte ai migranti, il giudice assicurava che avrebbe sollecitato una presa di posizione di Md. «Io domani vado a Roma a parlare con i vertici nazionali della Magistratura Democratica, voglio parlare di questa situazione e poi ti faccio sapere... voglio cercare di fare in modo che Magistratura Democratica prenda una posizione», diceva la toga rossa il 6 ottobre 2017. Un obiettivo raggiunto dieci giorni dopo, con un comunicato di solidarietà, diramato anche alle mailing list dei magistrati.

 

 

«Confermando l'azione estranea alle proprie funzioni istituzionali di Magistratura Democratica, che si configura come una vera e propria organizzazione politica tesa a difendere i propri sodali in mille modi», incalza Gasparri. Il forzista assicura: «Ne dovremo parlare in Parlamento nelle prossime ore. Un ulteriore scandalo gigantesco che vede protagonisti Sirianni, Lucano e tutta la sinistra che con la toga o senza la toga agisce in una maniera intollerabile e temeraria», conclude. Un ulteriore scandalo che influisce sull'indipendenza della magistratura, la quale, anziché ingaggiare lo scontro con il governo, dovrebbe convincere le correnti di sinistra a smettere di fare politica.

 

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