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Conte nel mirino, all'assemblea del M5s parte la contestazione
La coda, lunghissima, poi la contestazione, e infine il raggiungimento del quorum. Sono queste le tre istantanee che restituisce il primo giorno di Nova, l’Assemblea costituente del Movimento 5 stelle, quella che potrebbe cambiare il volto della creatura pentastellata per sempre, o almeno per i prossimi anni. Di Beppe Grillo, tra gli oltre 3500 simpatizzanti che dalle 13 si mettono in fila per entrare al Palazzo dei Congressi, a Roma, nessuna traccia. In compenso un gruppetto di suoi proseliti, ’I figli delle stellè e altre sigle, riesce a fare irruzione, e prende la parola proprio nel momento in cui Giuseppe Conte si affaccia per la prima volta sul palco.«Dimissioni, dimissioni», gridano i venti contestatori con la maglietta con la faccia del garante e di Gianroberto Casaleggio. Ma nessun problema. «Noi siamo aperti anche al dissenso, perché questa è una forza politica sana», dice richiamando l’applauso della folla il presidente.
Neanche un incidente, però, perché che ci potesse essere qualche forma di dissenso era ampiamente previsto. Sia perché "I figli delle stelle" lo avevano annunciato su Facebook in un lungo post, sia perché «se ci sono 90mila persone che discutono, ci possono essere anche persone che la pensano diversamente…», spiega ancora l’ex premier. Intanto, però, i giornalisti li seguono quando escono dall’arena. E loro continuano a urlare: «Siete come il Pd», «Avete dimenticato tutto, siamo nati tra i banchetti, non in un teatro. Siamo nati per strada e oggi ci portano in teatro», «70mila iscritti cancellati per avere il quorum, vergognatevi». «L’intenzione era quella di far fuori il garante, quindi Beppe Grillo - è lo sfogo di un’ex militante parecchio arrabbiata -. Guai a chi tocca il garante, guai a chi tocca il simbolo e il nome. Si sta snaturando il Movimento 5 stelle, questo è un partito vero e proprio. È nato dalla base, dai principi, per combattere una certa politica, si stanno strutturando in un partito per fare politica insieme ad altra politica».