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Landini non arretra: "Rivolta sociale". Gasparri lo inchioda: "Clima deteriore"

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Scontri e odio di piazza non sono bastati a far arretrare Maurizio Landini. Il segretario della Cgil, piuttosto, è tornato a scandire il solito slogan sulla "rivolta sociale". "Non si è liberi quando c’è la guerra, quando si è precari, se non arrivi a fine mese, se non sei in grado di curarti o se addirittura muori sul lavoro. Quindi lo sciopero, la rivolta sociale e la lotta per la pace sono la stessa cosa", ha detto. E ancora: "La rivolta sociale non è un richiamo alla violenza, è la rivolta di ogni singola persona a non girarsi dall’altra parte di fronte alle disuguaglianze. Quindi, essere qui per la pace vuol proprio dire rivoltarsi contro la guerra. Non ci si può rassegnare". Non è mancato un invito a "mobilitarsi", a manifestare. 

 

 

Sul tema ha usato parole chiare il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha iniziato la sua analisi commentando la guerriglia urbana andata in scena all'università capitolina La Sapienza. "Lo stillicidio di violenze che si sono verificate in questi giorni in tante città e, in particolare, lo stato di tensione che nella più grande università italiana, la Sapienza di Roma, ha condizionato negativamente le elezioni universitarie, sono figlie di un clima di violenza verbale e di aggressione politica che parte da vari gruppi di sinistra. Non è estraneo il linguaggio di Landini, Segretario della Cgil che, incitando alla rivolta, sta alimentando un clima deteriore", ha dichiarato. Un clima, ha precisato, "che proprio la Cgil dovrebbe combattere, avendo subito negli anni passati vergognose aggressioni alla propria sede romana". 

 

 

"A Landini diciamo che è opportuno aprire un confronto con il governo senza usare la clava dello sciopero generale": è stata invece la reazione del vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi. "Io rispetto la Cgil e ovviamente tutti i sindacati, ma Landini non riesce a eliminare il sospetto che in lui vi sia un pregiudizio nei confronti del nostro esecutivo. È giusto reclamare più soldi per la sanità pubblica e li abbiamo messi", ha proseguito Antoniozzi, "così come è legittimo chiedere spazi più ampi di giustizia sociale ma la Cgil sa che questo governo deve muoversi tra gli equilibri del controllo della spesa. Stiamo ancora pagando i disastri del superbonus e su quella misura che ha reso più ricchi i ricchi e aumentato il deficit la Cgil non ha detto nulla. Così come non sembra apprezzare i risultati estremamente positivi in tema di occupazione e crescita del Sud". 

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