mandato di arresto
Israele, Salvini si schiera con Netanyahu: “È il benvenuto in Italia. Dalla Cpi scelta politica”
Matteo Salvini, a margine dell'assemblea Anci, ha preso una netta posizione sul mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant. “Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri”, le parole del vicepremier e leader della Lega sulla decisione dei giudici de L’Aja in merito al premier di Israele e all’ex ministro della Difesa per le operazioni condotte a Gaza dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. “Non entro nel merito - ha spiegato Salvini - delle dinamiche internazionali. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l'incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medio Oriente mi sembra irrispettoso, pericoloso perché Israele non difende solo se stesso ma difende anche le libertà le democrazie e i valori occidentali. Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranze in alcuni istituzioni internazionali”.
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Di tutt’altro avviso, come era facilmente prevedibile, le reazioni iraniane. “Questo significa la fine e la morte politica di Israele”, l’intervento del comandante dei Guardiani della Rivoluzione dell'Iran, il generale Hossein Salami. Salami, in un discorso trasmesso dalla tv ufficiale iraniana, ha sostenuto che Israele sia “un regime che oggi vive nel totale isolamento con i suoi funzionari che non possono più recarsi in altri Paesi”.