le sfide
L’intervista al ministro Valditara: “Così cambio la scuola. Ma sono deluso da una certa sinistra”
«Sono rimasto molto male che, di fronte a quel manichino incendiato sulla piazza da studenti che urlavano Bruciamo Valditara o ai volti insanguinati del sottoscritto, del ministro Bernini e del premier Giorgia Meloni non vi sia stata una manifestazione di condanna netta da parte di chi, oggi, usa parole improprie per qualificare un dibattito che dovrebbe essere affrontato in modo costruttivo e dialogante». Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervistato ieri all’interno dell’edicola de Il Tempo in piazza Colonna, commenta così i recenti episodi che lo hanno visto, suo malgrado, protagonista.
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Ieri mattina sono apparse delle scritte con simboli anarchici e la stella a cinque punte sotto il ministero. Solo perché lei si è permesso di ricordare il rapporto tra immigrazione clandestina e reati alle donne. Stanno tornando gli annidi piombo?
«C’è un tema di marginalità sociale, c’è un tema di devianza che sono certamente ricollegabili anche all’immigrazione clandestina. La violenza sessuale aumenta anche in relazione alla marginalità, conseguenza dell’immigrazione clandestina. I dati sono incontestabili, chi pubblica cifre diversi non cita i numeri Istat e del Viminale. Ho posto un problema relativo alla sicurezza, alla libertà e alla dignità delle donne a trecentosessanta gradi. C’è il tema del femminicidio, c’è il tema della violenza sessuale, ma c’è anche il tema della discriminazione sul posto di lavoro. Abbiamo dato delle risposte, a differenza della sinistra. E abbiamo investito sulla formazione, sullo studio della lingua italiana di studenti stranieri».
Ministro, siamo ad un passo dal giro di boa. Come valuta questi due anni e mezzo di mandato?
«Stiamo cambiando la scuola italiana, in profondità, la stiamo modernizzando. Una scuola più idonea ad affrontare le grandi sfide dell'attualità. Penso alla riforma dell’istruzione tecnico-professionale, fondamentale per colmare quel mismatch, quel disallineamento fra scuola e lavoro, fra richiesta e offerta di competenze. Per la prima volta è stata introdotta l’educazione al rispetto nei confronti della donna. Senza dimenticare il ruolo del docente tutor e del docente orientatore, indispensabili per valorizzare i talenti di ogni giovane, per personalizzare la formazione in modo che sia sempre più costruita sulle abilità del singolo studente. Insomma, veramente tante iniziative che ritengo stiano rivoluzionando la scuola italiana».
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è storicamente uno dei più importanti per il Paese. Quali sono state le principali sfide che ha dovuto affrontare?
«La sfida principale è stata quella di ridare autorevolezza alla figura dei docenti. Abbiamo chiuso un contratto che si trascinava da tre anni, semplicemente perché non c'era la volontà dei governi precedenti di destinare 300 milioni di euro da microprogetti agli stipendi di 1.200 mila lavoratori. Ma non bastava soltanto intervenire sugli stipendi, anche se la manovra dello scorso anno, ulteriormente arricchita quest'anno, porta ad un aumento del 6% degli stipendi per il contratto 22-24. Altri aumenti sono previsti già da quest'anno in questa legge finanziaria per il 25-27 e addirittura per il 28-30. È la prima volta che succede nella storia della scuola italiana. Di grande rilevanza anche l’introduzione dell'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e la possibilità di ricorrere all’Avvocatura di Stato. Abbiamo introdotto un nuovo welfare per gli insegnanti e per tutti i dipendenti della scuola: una scontistica per treni, conti correnti, mutui e aerei. Stiamo lavorando per introdurre l’assicurazione sanitaria. Una serie di misure che rimettono al centro la figura dell’insegnante, per ridargli quell’autorità che in uno Stato democratico è un termine che non deve assolutamente spaventare».
Sono ancora tanti gli episodi di bullismo nella scuola. Cosa intende fare per debellare questa piaga?
«Vanno affrontati valorizzando i talenti e rendendo entusiasti i giovani di andare a scuola, di crescere insieme al compagno di classe e al docente. Quando c’è devianza, quando c’è violenza è necessario intervenire, anche con le sanzioni. Per questo abbiamo valorizzato il voto di condotta, abbiamo reso obbligatorie le attività di cittadinanza solidale, come ad esempio lavorare in ospedale o in una casa di riposo. Per capire, davvero, cosa sia il rispetto per gli altri».
Nei giorni scorsi ha avuto un confronto con i ragazzi che avevano reagito, con risate e insulti, durante la proiezione del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa". Ci vuole raccontare questo incontro?
«Incontro importante, ho parlato con quei giovani ponendomi come un padre. Questo episodio negativo li può trasformare e renderli gli alfieri del rispetto e dell’educazione. Ho visto questi ragazzi partecipi. Hanno capito di aver sbagliato».
Ministro, c’è stato un episodio che l’ha colpita o emozionata in modo particolare in questi due anni e mezzo?
«Ve ne sono stati molti belli, ma anche tanti tristi, suicidi, bullismo e questo non deve mai più accadere. I ragazzi devono volersi bene, sentirsi compagni, la scuola deve essere il luogo del sorriso e della serenità. Non la sede dello scherno o della violenza fisica. Ho incontrato ragazzi che avevano avuto problemi con la giustizia. E che erano profondamente cambiati per merito di docenti che li avevano coinvolti e resi entusiasti».