Crisi auto, Urso: maximulte in arrivo. Gli espedienti delle case per evitarlo
La crisi dell’automotive, l’indipendenza energetica e il Piano Mattei. Sono queste alcune delle questioni sviscerate nel corso dell'evento "L’importanza delle infrastrutture", organizzato da Il Tempo presso Palazzo Wedekind. "Il problema auto è un problema europeo e deriva dalle regole che l'Europa si è data": così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha risposto a una domanda del direttore Tommaso Cerno su Stellantis. Urso ha affrontato uno dei temi che più fanno discutere l'opinione pubblica e la politica: la chiusura degli stabilimenti delle case automobilistiche europee. "Il governo italiano è il primo ad aver compreso la questione e, in questo momento, insieme al governo ceco stiamo raccogliendo le adesioni su un position paper che chiede all'Europa di rivedere il percorso, le regole, le modalità e le risorse per giungere all'appuntamento del 2035 che al momento è impossibile", ha scandito.
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Il motivo? C'è un "macigno che si sta per abbattere" sul settore in Europa, "ed è quello delle multe" per gli obiettivi di produzione di auto elettriche, impossibili per la maggior parte delle aziende dell'automotive. Le quali per tentare di raggiungerli, riducono la produzione con l'effetto che chiudono le fabbriche. "Pensate il paradosso, l'elettrico costruito con un'ottica religiosa che diventa satanica": Insomma, dobbiamo agire per contrastare il "paradosso del green". "Sulle case automobilistiche è in arrivo una stangata clamorosa. Multe fino a 17 miliardi per chi non produce un determinato quantitativo di auto elettriche. Aziende come Volkswagen e Stellantis rischiano di essere messe in ginocchio. E stanno trovando soluzioni alternative per evitare questa tagliola", ha dichiarato il ministro.
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"Se non fosse per le problematicità dell’automotive, difficoltà che non riguardano solo l’Italia ma anche l’Europa, il nostro Paese avrebbe raggiunto la quarta posizione mondiale come esportatore globale. In questa fase stiamo avendo un testa a testa con Giappone e Corea del Sud e il nostro differenziale è rappresentato proprio dall’auto", ha spiegato il ministro. Un concetto espresso senza giri di parole e che ha consentito a Urso di proseguire e allargare il ragionamento: "In Germania Volkswagen ha annunciato la chiusura di tre stabilimenti. L’Europa sta vivendo una distorsione della politica industriale, alla base della quale c’è un macigno che grava sulle case automobilistiche, costrette a rispettare la proporzione nelle vendite tra macchine elettriche ed endotermiche".
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Come sta conducendo la partita del cambiamento il governo italiano? "Siamo fiduciosi di raggiungere un congruo numero di adesioni perché davanti c'è un macigno che si sta per abbattere sul settore automobilistico europeo. I dati sono eclatanti. In questo ginepraio di regole europee e di condizioni, è previsto anche che il prossimo anno ci debba essere una proporzione che ciascuna causa automobilistica europea deve garantire tra auto elettriche vendute e auto endotermiche vendute. Questa proporzione è tale che quasi nessuna casa automobilistica europea riesce a raggiungerla. Quindi scatteranno multe pari a 15 o 17 miliardi di euro. Per evitare questo impatto, cosa fanno? Non potendo aumentare le vendite delle auto elettriche perché i consumatori non comprano, per mantenersi nella proporzione, riducono la proporzione delle auto endotermiche", ha concluso.