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Regionali, l'Emilia-Romagna resta rossa, De Pascale già attacca il governo. In Umbria vince Proietti

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Conferme non scontate e sorprese significative. In Emilia Romagna il Pd monopolizza la netta affermazione del neo Presidente Michele De Pascale ed anche in Umbria il partito di Elly Schlein fa da baricentro alla resurrezione del campo largo, che nonostante l’ulteriore débâcle dei Cinque Stelle, consente alla candidata del centrosinistra Stefania Proietti di conquistare la Presidenza della regione e battere la governatrice uscente Donatella Tesei del centrodestra. Da capire se i risultati delle elezioni regionali dell’Emilia Romagna e dell’Umbria segnalino una evoluzione di quella che potrebbe rappresentare l’inizio di un trend o una tendenza politica in progress. Oltre all’exploit del Pd ed alla crescita dei consensi dell’Alleanza Verdi e Sinistra, i dati dell’Emila Romagna e soprattutto dell’Umbria, denotano delle indicazioni utili per raffronti e indicazioni. All’ennesimo verticale crollo dei consensi dei Cinque Stelle, giunti ormai quasi al limite della soglia di sbarramento, corrisponde una tenuta di Fratelli d’Italia e della Lega ed un leggero incremento di Forza Italia. Sospinto dalla leadership internazionale e dalla forte caratterizzazione nazionale, il ruolo della Premier Giorgia Meloni non viene intaccato dall’uno due delle opposizioni.

 

 

Dopo l’affermazione del centrodestra in Liguria e del candidato scelto personalmente dalla Meloni, Marco Bucci, l’affermazione in una regione da sempre governata dal Pd e il sorpasso a sorpresa delle opposizioni in Umbria viene derubricato dalla maggioranza di governo a risultato locale, non collegabile con gli scenari nazionali. Diverse invece le indicazioni deducibili per il Nazareno e per le componenti interne del Pd. Senza sottovalutare l’importanza della netta conferma dell’Emilia Romagna, il risultato umbro - come già per la Liguria - ratifica che il Partito Democratico e le altre forze di centro e di sinistra sono in grado di catalizzare ed assorbire i voti uscita dai 5Stelle, lacerati dalla insanabile spaccatura interna fra il fondatore Beppe Grillo e l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una divaricazione che ha fatto perdere al movimento lo slancio politico e sostanzialmente la sua ragion d’essere.

 

 

Nel frattempo il neo-governatore dell’Emilia-Romagna ha tirato una frecciata al premier Giorgia Meloni, in quello che voleva essere un appello: «Siamo profondamente feriti da un anno e mezzo di speculazioni politiche e scontri dopo l’alluvione. Da questa campagna elettorale deve finire la speculazione politica e deve iniziare la collaborazione istituzionale, spero nei prossimi giorni di incontrare la premier e che inizi un cambio di passo istituzionale».

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