solito refrain

Magistrati all'attacco. L'Anm: "Assoggettare alla politica il controllo di legalità"

Il solito refrain. L'ennesimo attacco. I giudici non si lasciano sfuggire l'opportunità di attaccare il governo neanche di domenica. Dopo il caso Elon Musk e la polemica sollevata dalla decisione del Tribunale di Roma contro i trasferimenti dei migranti in Albania, torna ad alzare la voce l'Associazione Nazionale Magistrati. “Nell'ultimo periodo abbiamo assistito da parte di una certa politica ad attacchi sempre più frequenti a provvedimenti resi da magistrati italiani nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, criticati non per il loro contenuto tecnico-giuridico, ma perché sgraditi all'indirizzo politico della maggioranza governativa", si legge nel documento approvato all’unanimità dal comitato direttivo centrale dell’Anm, intitolato “Il linguaggio della democrazia”. 

 

  

 

Secondo l’associazione delle toghe, si tratta di un tentativo di screditare agli occhi di molti il potere giudiziario per iniziare a lasciare spazio a nuove riforme: “Si adduce aprioristicamente la matrice politica delle decisioni, sostenendo che i magistrati che le hanno adottate sarebbero intenti più a fare politica che a svolgere in modo imparziale il loro ruolo di giudici. Si tratta di un attacco alla giurisdizione strumentale a screditare la magistratura per preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità affidato dalla costituzione alla magistratura", scrivono.

 

 

Tra le questioni che più scuotono i magistrati, come prevedibile, due provvedimenti legati ai migranti: la reintroduzione del reclamo in Corte d’appello contro le decisioni dei tribunali sui richiedenti asilo e l’emendamento al decreto flussi che assegna la competenza sulla convalida dei trattenimenti alle Corti d’appello. Stando all'Anm, queste misure rischiano di mettere in difficoltà il sistema giudiziario: “La definizione rapida dei processi d'appello sarà resa più difficoltosa in quanto dalle prime stime si prevede che le Corti saranno gravate da sopravvenienze di 30.000 procedimenti all'anno, da definire peraltro in tempi ristrettissimi” si legge ancora.