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Regionali Emilia-Romagna e Umbria: Meloni punta allo strike, Schlein al salvataggio. E Conte...

Si vota oggi e domani fino alle 15. Sfide Ugolini-De Pascale e Tesei-Proietti

Pietro De Leo
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L’uno su due sarebbe, per il centrodestra, il coronamento di un anno elettorale molto positivo sul fronte delle Regionali. I giochi si aprono oggi, dalle 7 alle 23, e poi domani, dalle 7 alle 15. Umbria ed Emilia Romagna. Due piazze su cui prevale, doverosamente, la valutazione territoriale. Ma siccome a livello regionale si riflettono anche le dinamiche più alte, allora per una certa quota l’analisi si tinge di una dimensione nazionale. Che dice questo: il centrodestra è solido nella coalizione, tenta il miracolo in Emilia Romagna, bastione rosso, e prova - sfida molto alla portataa tenere l’Umbria. Ex fortino rosso anche quello, ma strappato cinque anni fa con Donatella Tesei, della Lega, che si gioca la riconferma.

Il centrosinistra, invece, arranca nel trovare una quadra, nello stare insieme, nel dare una soluzione al nodo (anzi, nodino) Renzi, che in entrambe le regioni ha presentato i suoi candidati nelle liste civiche. Lo dimostra, per esempio, la foto del campo largo a Terni, in extremis dopo una campagna elettorale in ordine sparso.

Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni con la candidata Stefania Proietti. Quest’ultima, civica, è sindaco di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia. Il centrodestra, al contrario, non ha mai avuto problemi nel condividere palchi. In quello della chiusura di Terni, oltre alla formazione «classica», era presente anche Stefano Bandecchi, patron dell’università Cusano (con un network mediatico che comprende anche una radio e una Tv) e sindaco di Terni che guida Alternativa Popolare. La sua presenza nella coalizione di centrodestra potrebbe portare in dote quel tanto che basta per riconfermare la regione.

Capitolo Emilia Romagna. Qui, il centrosinistra schiera Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, esponente del Pd. Il centrodestra si è affidato invece a Elena Ugolini, rettrice del Liceo Malpighi di Bologna, un passato da sottosegretario del governo Monti. In entrambe le regioni, la campagna elettorale è stata avvolta anche dai riflessi di tematiche nazionali. In Umbria, la sinistra ha puntato il dito contro l’abolizione dell’abuso d’ufficio che avrebbe «salvato» la Presidente Tesei da un’indagine, archiviata proprio a seguito della cancellazione della fattispecie di reato (avrebbe avuto circa il 95% di possibilità di essere archiviata o prosciolta comunque, stante la casistica intorno a quel reato). In Emilia Romagna, invece, il verificarsi di nuovi fenomeni alluvionali anche quest’anno, dopo quelli del 2013, hanno sollevato lo scontro sulle lacune del centrosinistra (in particolare della giunta Bonaccini, dove la segretaria Elly Schlein aveva la delega al patto per il clima) sulla manutenzione del territorio.
Cosa si giocano i leader? Varie le partite in corso. Per Giorgia Meloni sarà importante vedere sia il saldo vinte-perse sia il risultato di Fratelli d’Italia. Per valutare la risposta elettorale in un fine anno piuttosto funestato da scontri, con la parte della magistratura che confonde diritto e militanza e con quella parte del sindacato che confonde demagogia e rappresentanza.

Interessante, poi, capire quel che accadrà anche negli altri partiti del centrodestra, se si rafforzerà l’assestamento attuale che vede Forza Italia sopravanzare la Lega. A sinistra, mentre Elly Schlein cerca conferme il suo slancio unificante (finora ha raccolto molto sul piano del Pd e ben poco sulla messa a sistema della coalizione), un’altra ordalia si prepara per Giuseppe Conte. Dopo il disastro Liguria, un’ulteriore tornata disastrosa alle soglie della «costituente» non sarebbe certo il massimo.

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