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Conte e il Vaffa a Grillo in tre mosse: dalle alleanze al Garante fino ai mandati

Luigi Frasca
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Entra nel vivo la Costituente di Giuseppe Conte. Pubblicati sul web i dodici quesiti, che vanno dal ruolo di Grillo fino al limite dei mandati. Gli iscritti potranno votarli su SkyVote fra il 21 e il 24 novembre, ovvero i giorni in cui si terrà la tanto discussa Assemblea.

IL GARANTE

Il primo punto ovviamente è quello riguardante la posizione del fondatore. Gli iscritti, in prima battuta, dovranno decidere se eliminare o no la casella del Garante. In caso di prevalenza dei sì alla cancellazione, la base dovrà valutare se non rimpiazzarla con nessun altro organo oppure se affidare le sue funzioni al Comitato di Garanzia o a un «organo collegiale appositamente eletto». Mentre nel caso si decidesse per il mantenimento, ci si troverà di fronte a tre strade: limitare i suoi poteri; portarlo da un incarico «a tempo indeterminato» a una carica non più vitalizia, della durata «di quattro anni rinnovabile per non più di due mandati consecutivi»; farlo diventare «un ruolo esclusivamente onorifico», con «funzione di natura consultiva non vincolante».

 

I MANDATI

Particolarmente ampio il ventaglio di opzioni per quanto riguarda la regola dei due mandati. Un principio storico, blindato da Beppe Grillo. Ci sono la proposta di una deroga, ma solo per quanto riguarda le candidature a sindaco o a presidente di Regione, l’innalzamento a tre dei mandati elettivi, l’applicazione della regola limitata «a ciascun livello istituzionale». Tra i sette quesiti ce ne sono anche di più innovativì, come l’introduzione di una pausa di 5 anni per potersi candidare al termine dei due mandati, il calcolo dei due mandati tenendo conto solo di quelli portati a termine, la possibilità di deroghe «concretamente motivate in ragione delle attività svolte e dei meriti acquisiti» e l’eliminazione dei due mandati solo relativamente al «livello comunale».

LE ALLEANZE

Altro nodo blollente quello relativo al posizionamento nell’arco parlamentare, da cui dipenderanno le future alleanze. I pentastellati saranno chiamati a scegliere tra progressisti, progressisti indipendenti, di sinistra o non dichiarare, come alle origini, alcuna collocazione, mantendendo la storica distanza tra la destra e la sinistra. L’ultimo punto, il 12, è invece, quello delle alleanze. La proposta è binaria: vietare ogni forma di accordo o condizionare le intese a vari fattori, dalla condivisione di un accordo programmatico all’elaborazione di un documento dei valori del M5S, «non negoziabili e da far sottoscrivere alle forze politiche che intendono allearsi».

 

NOME E SIMBOLO

In questo caso, la norma che aprirebbe a eventuali modifiche di nome e simbolo, è la semplificazione di una regola dello Statuto.
In caso di via libera da parte della base, non servirà più che eventuali cambiamenti siano deliberati dal Consiglio nazionale «su proposta del Presidente di concerto con il Garante», ma sarà sufficiente che a proporre le modifiche sia «il Presidente o il Garante».

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