il discorso

Mattarella: "Ho promulgato leggi che non condividevo, ma è il mio dovere"

"Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e io ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità. In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare". Sergio Mattarella ha parlato con chiarezza. Alla cerimonia per i 25 anni dell'Osservatorio permanente giovani-editori, il presidente della Repubblica ha affrontato temi caldi e discusso dei poteri e del ruolo del Capo dello Stato.

 

  

 

"Il presidente promulga leggi ed emana decreti, ma ha delle regole che deve rispettare. A volte sentite dire che c'è stato un appello al Capo dello Stato perché non firmi una legge perché è sbagliata, oppure se la firma viene detto che la condivide. Tutte e due le affermazioni sono sbagliate, è come se vivessimo con lo statuto albertino che prevedeva che il potere legislativo fosse affidato alle due Camere e al re, che aveva anche il potere di sanzione per dire 'non sono d'accordo su questa legge'. Fortunatamente non siamo in una monarchia, ma siamo una Repubblica e il Capo dello Stato ha i suoi limiti", ha scandito Mattarella.

 

 

E ancora: "Il Presidente della Repubblica entra particolarmente in attività quando il sistema si blocca, quando per una qualunque causa c’è un inceppamento del sistema, può avvenire perché non tutto è prevedibile nemmeno nelle norme costituzionali che proprio per questo hanno un elemento di elasticità. Quando il sistema si blocca il Presidente della Repubblica interviene per aiutare a rimetterlo in funzione. Oltre che un arbitro è come un meccanico, interviene per riparare, per rimettere in funzionamento il sistema che si è inceppato", ha dichiarato.