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La Consulta promuove "a metà" l'Autonomia differenziata

Luigi Frasca
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La Consulta si è espressa sull’Autonomia differenziata. Sono «incostituzionali» alcuni profili della legge sull’Autonomia differenziata. È quanto emerge in attesa del deposito della sentenza relativa ai ricorsi presentati dalle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Tra i profili di cui si evidenzia l’incostituzionalità, si legge: «Il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) priva di idonei criteri direttivi, con la conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento» e «la previsione che sia un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dPCm) a determinare l’aggiornamento dei Lep».

Secondo fonti della Lega: «L’Autonomia ha superato l’esame di costituzionalità, ed è un’ottima notizia: i rilievi saranno facilmente superati dal Parlamento. Dopo il parere tecnico di ieri sul Ponte sullo Stretto, è un altro passo in avanti decisamente positivo». Quindi non si tratta di una vera e propria bocciatura ma solo di una «promozione con riserva». Ma la minoranza passa comunque all’attacco. Italia Viva chiede il referendum: «Come chiesto da seicentomila italiani per cancellare definitivamente la follia della Lega e dare una spallata a un Governo incapace e inconcludente». Il leader di Azione, Carlo Calenda, attacca a testa bassa: «Non sappiamo quel che il governo a questo punto deciderà di fare ma sarebbe opportuno che tutti, anche all’interno delle opposizioni, avviassero una riflessione sulla necessaria riforma del regionalismo italiano, che non funzionava prima della legge sull’Autonomia differenziata e continuerà a non funzionare anche dopo la sua neutralizzazione da parte della Corte costituzionale».

Elly Schlein gongola: «Qualche mese fa il ministro Salvini si è rivolto a me dicendo che l’autonomia è prevista nella Costituzione e me ne avrebbe regalato una. Può tenersela e regalarla alla Meloni, che se la rileggano insieme. Bastava leggere insieme la Costituzione per evitare l’ennesimo flop, e non è l’unico». Più duro Peppe Provenzano che auspica che «il Calderoli» vada a casa.

Il governatore del Veneto Luca Zaia ricorda che «il 98,1% dei veneti ha votato a favore dell’Autonomia nel referendum del 2017. È una volontà popolare netta e legittima chela politica ha il dovere di rispettare. La sentenza della Corte ha ribadito il diritto della nostra Regione a maggiori competenze, per rispondere con efficienza e responsabilità ai bisogni dei nostri cittadini». La presidente della Sardegna. la grillina Alessandra Todde, si dice soddisfatta «perché i giudici costituzionali hanno ritenuto fondate le ragioni illustrate nel ricorso sardo».

Sempre dal Movimento 5 Stelle arriva una nota firmata da tutti i rappresentanti nelle commissioni Affari Costituzionali della Camerae del Senato per chiedere che venga chiuso «il sipario su questa sciagura».

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