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Esercito, a Vannacci è andata peggio di Raimo: sospeso per 11 mesi

Tommaso Manni
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Una vittoria e una sconfitta in aula per Vannacci. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso proposto dall’avvocato Giorgio Carta, difensore del generale Roberto Vannacci - oggi europarlamentare eletto nelle file della Lega - contro la sanzione disciplinare della sospensione dall’impiego inflitta al generale per la pubblicazione del libro «Il Mondo al Contrario». Il Tar ha motivato la decisione considerando «l’opera come un intervento di natura politica, che, a suo avviso, giustifica la sanzione applicata dall’amministrazione militare», spiega il difensore del generale. «Quest’ultima vicenda non è da ritenersi conclusa in quanto sarà presentato appello al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della decisione del Tar, eventualmente, ove necessario, portando la questione all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, laddove si valuterà che la libertà di espressione non solo del generale Vannacci, ma di tutti i militari italiani meriti un attento vaglio anche in ambito europeo», conclude Carta.

 

 

L’eurodeputato da parte sua ha dichiarato: «È l’Iran che obbliga al confino e alla fuga i vari Salman Rashdie per il reato di aver pubblicato i Versetti Satanici, non certo un paese come l’Italia che si professa libero e democratico». Se il Tar ha respinto il ricorso di Vannacci, il gip del tribunale militare di Roma ha disposto l’archiviazione del procedimento penale militare a carico del generale per l’accusa di truffa militare, accogliendo integralmente la richiesta avanzata dalla procura. «Tale procedimento era stato instaurato in riferimento a una presunta truffa concernente le indennità di missione legate alla presenza della moglie del generale in Russia, quando ricopriva la carica di Addetto Militare presso l’Ambasciata d’Italia» spiega l’avvocato dell’eurodeputato.

 

 

Soddisfatto Vannacci che ha dichiarato di essere «felice della decisione del giudice. Tale procedimento era stato instaurato in riferimento a una presunta truffa concernente le indennità di missione legate alla presenza di mia moglie in Russia, allorché ricoprivo la carica di addetto per la difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca e tanto aveva fatto parlare la stampa che aveva addirittura ed erroneamente ipotizzato che fossi stato anche perseguito per il delitto di peculato». Insomma al generale è andata peggio di quanto sia andata al prof Christian Raimo sospeso dall’insegnamento per 3 mesi a metà salario per aver criticato il ministro dell’Istruzione Valditara.

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