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M5S, Grillo prepara la mossa per fermare Conte. E Giuseppi silura Schlein

Aldo Torchiaro
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Oggi, quando mancheranno nove giorni all’Assemblea costituente del M5S a Roma, «Nova», saranno resi noti i quesiti sui quali saranno chiamati ad esprimersi online gli iscritti. Uno sarà un siluro puntato su Beppe Grillo, da esautorare. Ma ce ne potrebbe anche essere uno, da quel che filtra, diretto a colpire (e forse, affondare) la coalizione con il Pd. Una delle domande alle quali i militanti dovranno rispondere verterebbe infatti sulle «mani libere» per Giuseppe Conte, che potrà avere le mani libere e correre da solo dove non riterrà di andare in alleanza di coalizione con la sinistra. L’auspicio di Conte è quello. E fa capire come i consiglieri della corte di Campo Marzio provino a orientare, indirizzando le domande, l’esito della consultazione. Alla kermesse del Palazzo dei Congressi dell’Eur rimarrà il colore, gli applausi, la musica. Le scelte politiche si fanno prima. Si fanno adesso. E contrappongono Conte a Grillo un po’ su tutto. Al Garante verranno tolti tutti i poteri, fine della diarchia. Figurarsi poi sulle grandi scelte di posizionamento.

 

 

Se Elon Musk fa discutere la politica, contrappone ancora di più i due sfidanti. Ieri il Blog di Beppe Grillo incensava Musk: «Sebbene Grillo non sogni di giocare con le stelle e i razzi, come fa Musk, c’è un filo rosso che lega le loro visioni del mondo. Dal Reddito Universale alla lotta alla disinformazione, dall’innovazione tecnologica alla giustizia sociale». Opposta la definizione che Conte affibbia al neo responsabile dell’efficienza governativa Usa: «È pericoloso», dice senza mezzi termini. Proprio per ridurre il pericolo – a partire da quello in casa propria – l’ex premier ha comunicato di voler estendere il periodo di validità delle votazioni. Dalle ore 10 del 21 novembre alle ore 15 del 24 novembre. Per regolamento sarebbe molto scivoloso se il quesito sui poteri del Garante non ricevesse subito la maggioranza piena non dei soli votanti ma degli iscritti: Grillo, a livello statutario, può pretendere – ed ottenere – di ripetere la votazione. E a quel punto nessuna votazione può essere approvata senza i due terzi degli iscritti. Una sorta di modifica costituzionale – ad esempio sui suoi stessi poteri, o sul doppio mandato – che renderà difficile il margine operativo di Conte. Anzi, lo minerebbe profondamente, chiedendo la rivotazione dei quesiti con l’asticella più alta, dei due terzi.

 

 

È probabile che Beppe Grillo interverrà il 23, in apertura dei lavori, per parlare al cuore dei militanti. Né giocano a favore di Conte alcune sviste organizzative. Al tema n.6, transizione ecologica, si sono divertiti ad iscriversi i dissidenti. Ci sarà da ridere. Peccato che sul fronte dei lavori parlamentari tanta goffaggine si riverberi in una serie di gaffes e di scivoloni. Come sul caso Scarpinato. Dove Conte, pur di difendere l’ex magistrato in Commissione Antimafia, in visibile imbarazzo, solleva polveroni inconsistenti sulla presidente, Chiara Colosimo. Scarpinato è stato intercettato trenta volte (casualmente, secondo la procura di Caltanissetta) con l’ex pm Gioacchino Natoli, indagato per il presunto insabbiamento dell’indagine su mafia e appalti del 1992. Francesco Michelotti, deputato di Fdi e membro della commissione antimafia, attacca: «Che Conte non comprenda la gravità della permanenza di un membro nella commissione i cui lavori stanno interessando proprio questioni che vedevano in De Raho uno dei protagonisti della vicenda, la dice lunga sulla scarsa onestà intellettuale del leader M5S. De Raho deve dimettersi».

 

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