Veleni e sospetti

Ue, domande concordate e risposte fotocopia. Così Pse e Verdi provano a isolare Fitto

Dario Martini

È sempre stato difficile, ma i più astuti (e furbi) riuscivano a mettersi d’accordo con il professore amico per concordare le domande all’esame di maturità. Dipendeva dall’abilità del singolo maturando. A Bruxelles, dove si sono appena concluse la prima tornata di audizioni degli aspiranti commissari designati da Ursula von der Leyen, entrano in gioco le appartenenze politiche. Ma lo schema pare lo stesso. Così, nei corridoi degli uffici del parlamento europeo, si mormora che molti commissari abbiano ricevuto in anticipo le domande per potersi preparare al meglio. A fornirgliele sarebbero stati soprattutto gli eurodeputati Socialisti, Verdi e Liberali, ma anche Popolari. Insomma, la maggioranza che sostiene il bis di Ursula. Analogo trattamento di favore non sarebbe stato riservato a Raffaele Fitto, il commissario italiano indicato da Giorgia Meloni che, essendo di Fratelli d'Italia, è sostenuto dal gruppo europeo di Ecr, estraneo alla maggioranza europea. Fitto sarà ascoltato martedì, insieme agli altri vicepresidenti della Commissione.

 

  

 

E non è un mistero che il leader dei socialisti Raphael Glucksmann abbia detto pubblicamente che Fitto non deve passare. Fino ad ora si sono svolte 20 audizioni, per i commissari "semplici". Diciannove sono stati promossi, l’unico "rimandato", guarda caso, è l’ungherese Olivier Varhelyi, che domani dovrà fornire un’integrazione. Un chiaro "schiaffo" a Viktor Orban. In molti, soprattutto dal fronte dei Patrioti, di cui fa parte la Lega, hanno notato un fatto singolare: i commissari leggono molto durante le audizioni, forse troppo, come se conoscessero già le domande. Spesso le risposte paiono una uguale all’altra. Fonti del Carroccio fanno notare che, «anche se era stato chiesto esplicitamente di evitare le risposte fotocopia, ci si è trovati di fronte alle solite frasi imparate a memoria, probabilmente imbeccate dall’alto». Un modus operandi adottato soprattutto quando ai commissari è stato chiesto se avrebbero collaborato con le opposizioni. Ecco, in questo caso hanno fornito tutti la stessa identica risposta.

 

 

Non è un mistero che Ppe, Pse e Verdi abbiano eretto un «cordone sanitario» attorno ai Patrioti, lasciati a secco, a partire dalle presidenze delle commissioni. Qualche esempio di queste risposte identiche? Eccole. Il commissario designato all’Agricoltura, il lussemburghese Christophe Hansen, rispondendo alla domanda di Raffaele Stancanelli (Lega), ha detto: «Sono pronto a confrontarmi con ogni membro del parlamento, qui tutti sono eletti democraticamente. Ma dobbiamo condividere i nostri valori europei comuni». Poi è stata la volta del greco Apostolos Tzitkostas, designato ai Trasporti sostenibili: «Sono pronto a discutere con ogni membro di questo parlamento. Tuttavia lavorerò con coloro che condividono i nostri valori europei comuni». Stessa risposta, anche se con alcune parole differenti, dal liberale irlandese Michael McGrath, designato alla Giustizia: «Parlerò con tutti, ma senza compromessi sul rispetto dei principi fondamentali europei». Alla faccia della fantasia.