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Bufera sull'ex brigatista al Festival dei Popoli: "Orrore intollerabile" , caso in Parlamento

Christian Campigli
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Un esempio fuorviante, inopportuno e soprattutto pericoloso per i più giovani. Perché se sbagliare è lecito, perseverare è diabolico e impone una serie di contromosse immediate. Ha sollevato un autentico polverone la notizia, data ieri per primi dal nostro quotidiano, della proiezione del film "Pensando ad Anna", nella terza giornata del Festival dei Popoli di Firenze. Una pellicola che narra le vicende dell’ex terrorista Pasquale Abatangelo, protagonista delle principali rivolte che negli anni ’70 hanno scosso le carceri italiane.

Nato nel 1950 sulle rive dell'Arno da una famiglia di origine meridionale, ha prima fondato i Nap, acronimo di Nuclei Armati Proletari, per poi entrare a far parte delle Brigate Rosse. Abatangelo fu uno dei tredici detenuti politici di cui le Br chiesero la scarcerazione in cambio del rilascio di Aldo Moro. L’aspetto che ha reso assolutamente inopportuna la sua presenza è la sua convinzione che la lotta armata fosse un passaggio, per quanto doloroso, necessario. Abatangelo non si è mai pentito né dissociato, ha scontato venti annidi detenzione, sei di semilibertà e quattro anni di libertà vigilata. Orgogliosamente convinto di essere dalla parte della ragione.

 

Un prototipo lontano anni luce dalla figura dell’insegnante o del narratore capace di raccontare, con oggettività, un pezzo così delicato della storia d’Italia. Ha annunciato di aver presentato un’interrogazione parlamentare il vice segretario di Forza Italia, Deborah Bergamini: «Libertà non è assenza di limiti. Per questo è inaccettabile la presenza di Pasquale Abatangelo al Festival dei Popoli di Firenze, mai pentito né dissociato, del brigatismo degli anni ’70. Sconcerta che tutto ciò sia riconducibile all'eterno ritorno dell'uguale, e cioè le esibizioni di doppia morale della sinistra: sottopone a infiniti processi alle intenzioni le azioni altrui, mentre fa platealmente quel che le pare in casa propria». Sgomento e necessità di intervenire sono stati evidenziati dal deputato di FdI, Giovanni Donzelli: «La partecipazione del terrorista Pasquale Abatangelo è un orrore intollerabile. Nessuno spazio a chi ha contribuito a scrivere una delle pagine più sanguinose della storia d’Italia. Un invito che le Istituzioni devono condannare con fermezza e senza alcun indugio». Sulla stessa linea anche il senatore di Fdi, Paolo Marcheschi: «Un cattivo maestro sale in cattedra al Festival dei Popoli di Firenze. I brigatisti volevano sovvertire lo Stato, oggi partecipano a iniziative che dallo Stato traggono finanziamenti».

Perentorio anche il deputato del Carroccio, Eduardo Ziello: «Gravissimo che per le istituzioni toscane la presenza di un personaggio del genere ad una iniziativa pubblica non configuri motivo di inopportunità e imbarazzo». Uno schiaffo a Firenze e alla Toscana che non è passato inosservato nemmeno a Bruxelles. Susanna Ceccardi, eurodeputato della Lega, ha annunciato di aver presentato «un’interrogazione urgente alla Commissione europea per capire quanti e quali finanziamenti Ue siano stati erogati al Festival dei Popoli per fare pubblicità a un personaggio che sparava ai carabinieri e non si è mai dissociato dalla lotta armata».

Numerose anche le reazioni a livello locale. In Regione Sandra Bianchini (consigliere di Fdi) e Marco Stella (capogruppo di Forza Italia) hanno presentato un'interrogazione al governatore Giani «per comprendere chi abbia visionato il programma dell'evento». A Palazzo Vecchio se il gruppo consiliare di Fdi ha invitato il sindaco Funaro a «esprimere rammarico», i consiglieri della Lista Schmidt si sono chiesti «perché il Comune sostiene l’iniziativa». Politicamente significativa la presa di posizione del capogruppo di Italia Viva, Francesco Casini: «Si tratta di una decisione che rischia di ferire la sensibilità dei cittadini e dei familiari delle vittime».

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