TRUMPiani d'Italia: perché il bis alla Casa Bianca di Donald conviene a tutti
Allora se vince Trump succede il finimondo, come dicono le sinistre di mezzo mondo? E ancora, quale risultato è più utile all'Italia e, intanto, che ci siamo, anche all'Europa? Cominciamo col dire che la vittoria di Trump non può in alcun modo essere associata a parole come «colpo di Stato» o «fine della democrazia». Trump ha già fatto il Presidente per quattro anni ed ha tutte le caratteristiche per un secondo mandato anche migliore del primo, ad esempio evitando errori grossolani come quello del 6 gennaio 2020, la tragica giornata di Capitol Hill. Si metta dunque il cuore in pace le anime belle delle sinistre unite planetarie (SUP): Trump può essere un buon Presidente. Se poi guardiamo al nostro interesse direi che c'è più di un motivo per guardare con favore ad un ritorno alla Casa Bianca di “The Donald”. Innanzitutto perché la sua schiettezza nel chiedere agli alleati europei di farsi carico della propria sicurezza non può che farci bene, cancellando una volta per tutte l'illusione di vivere in un'epoca di pace senza fine garantita dalle armi degli altri (cioè gli americani) . Per essere ancora più chiari, altro che 2%: negli anni a venire serviranno ben altri investimenti in difesa e sicurezza.
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Poi c'è un tema enorme che si chiama immigrazione clandestina. La svolta che Trump immagina per gli Stati Uniti è drastica, ribaltando le logiche di blanda opposizione sin qui prevalenti. Ebbene questo nuovo atteggiamento della Casa Bianca non potrà servire per irrobustire e legittimare analoghe scelte europee. E siccome molte tratte di migranti sono utilizzate come armi di guerra ibrida, è ben evidente come solo un'alleanza in ambito NATO/G7 può raggiungere risultati credibili. Poi c'è una questione politica, apparentemente solo teorica ma in realtà di formidabile peso. In giro per il mondo stanno ottenendo risultati assai lusinghieri nuove figure nate e cresciute a destra (in Italia ovviamente, ma anche in Argentina, in Giappone e così via). Tutto questo però non è ancora in grado di esprimersi a livello internazionale non dico con una sola voce, ma quantomeno con un certo grado di convergenza. Lo vediamo anche in Europa, dove spesso le forze di destra si muovono in ordine sparso. Ecco allora che una vittoria nella nazione più importante di tutte aprirebbe immediatamente lo spazio per un'azione congiunta di nuovo ed interessantissimo conio.
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Infine ci sono le guerre, quelle guerre che l'amministrazione Biden aveva previsto (i documenti della CIA parlano chiaro) ma che non è riuscita né ad evitare né a portare ad un equilibrio, quantomeno di tregua. Trump ha la bacchetta magica per sistemare queste due storie “maledette”? Non possiamo esserne certi, però sappiamo alcune cose probabilmente decisive. È netto il sostegno ad Israele, così come sua è l'idea degli Accordi di Abramo. Piaccia o no quella è l'unica strada percorribile, nella quale garantire la piena sicurezza di Israele e contemporaneamente ridimensionare l'attivismo terroristico dell'Iran e avviare una soluzione accettabile per i palestinesi. Al tempo stesso sappiamo che nessuno può interloquire con Putin come Trump, senza collocarsi in posizione subordinata né spalleggiarlo come fa il presidente cinese XI Jinping. Insomma, per farla breve, Trump ha decisamente più possibilità di mettere al posto le cose della Harris. Forse anche solo per questo mi sa proprio che ci conviene ritrovarlo alla Casa Bianca.