Schlein e il piano anti De Luca. La rivolta dei dem campani
Le piattaforme impazzirebbero per assicurarsi l’esclusiva. Una serie scoppiettante ambientata in Campania, tra intrighi e combinazioni sulla carta quasi proibitive (ma per l’appunto non qui), il duello tra Vincenzo De Luca, il governatore che non vuole sloggiare ed Elly Schlein, la segretaria ostinata che si è messa in testa di cacciarlo (ma non ci sta riuscendo). Un confronto che non esclude colpi bassi a ripetizione, cavilli che sembrano usciti dalla letteratura fantasy, litigi a non finire e porte sbattute in faccia, non ci si fa mancare niente. Il risultato produce un loop diabolico, il ritorno del sempre uguale, l’effetto che il governatore sta sperimentando per azzerare i due mandati che ha svolto e involarsi immacolato verso una nuova candidatura. La partita «clou» è in calendario martedì 5 novembre, quando il Consiglio regionale della Campania dovrà votare la modifica dello statuto che annulla i quasi 10 anni di mandato di De Luca. Già lo stesso giorno in cui dall’altra parte dell’Oceano si sfideranno Donald Trump e Kamala Harris, a Napoli si scommetterà sul futuro dello «sceriffo», il titolo che il Presidentissimo si guadagnò sulle strade di Salerno, città di cui fu sindaco fino al 2015.
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La sua avversaria ha fatto di tutto per sbarrargli la strada, ed in vista del voto di martedì, ha convocato, in video collegamento, tutti i consiglieri regionali del Pd. «Vincenzo De Luca non sarà mai il nostro candidato tra un anno», a buon intenditor poche parole. Con un guizzo di antica saggezza napoletana, i consiglieri regionali vanno dietro al loro Presidente e si fanno baffo dei rimproveri di Elly. Lo hanno deciso ieri mentre la commissione statuto veniva rinviata di ora in ora. L’unica che potrebbe astenersi è la consigliera Carmela Fiola mentre gli altri componenti del gruppo dem (7 più il Presidente) voteranno contro le indicazioni della segretaria. E dei suoi luogotenenti che marcano il territorio: il bergamasco Antonio Misiani, che resterà altri 4 mesi a fare il commissario, Marco Sarracino e Sandro Ruotolo, tiratori scelti per garantire il trasloco dello sceriffo. Intanto c’è un anno di tempo per scegliere il candidato, pensano i consiglieri. Sottotitolo: sai quante cose possono succedere in dodici mesi. E la prima che viene in mente potrebbe avvenire tra poche settimane, un ennesimo passo falso del Nazareno, dopo la batosta ligure.
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Ovvero Umbria, regione che voterà il 17-18 novembre. Il film è su Elly che si avvicina al match campano del 2025 fortemente indebolita, in pratica non in grado di fronteggiare un avversario ostico come De Luca. E a quel punto, grazie al cavillo del Consiglio regionale, il governatore dalle nove vite potrebbe andare incontro ad un nuovo match elettorale in qualità di candidato presidente, e tanti saluti alla «ragazza» che ha osato detronizzare il Presidentissimo. A quel punto una sola persona potrebbe fermarlo: Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio, che ha la facoltà di impugnare le leggi regionali. Dipenderà dalla possibilità di raggiungere un accordo in un’altra Regione, il Veneto, la terra del leghista Luca Zaia, anche lui tentato dall’ipotesi terzo mandato. Insomma azzardi spericolati ed incroci affollatissimi. Sul fronte delle alleanze, il Governatore ha dalla sua il sostegno incondizionato di Matteo Renzi, che in Campania ha un gruzzoletto di voti, come ha ricordato il più alto in grado in Regione, il sindaco di Ercolano Ciro Buonaiuto. Il Pd, lato Sandro Ruotolo e Marco Sarracino, quindi a Napoli la minoranza, lavora su due ipotesi.
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Il candidato «ideale», se De Luca dovesse arrendersi spontaneamente, è lo sfaccendato ex presidente della Camera Roberto Fico (in un primo tempo era circolata anche l’ipotesi dell’ex generale, nonché ex ministro dell’ambiente Sergio Costa). C’è anche chi, come il deputato leghista Zinzi definisce lo strappo Schlein-De Luca «un bluff, il Pd campano voterà il terzo mandato e si piegherà ad una soglia di sbarramento tanto bassa da tutelare i capibastone di De Luca. Un altro capolavoro della Schlein». Se si dovesse andare allo scontro con il Governatore, ipotesi al momento molto probabile, sarebbe costretto a scendere in campo il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi. Insomma lo scontro campale, la puntata che scatenerebbe le piattaforme.