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Rai, patto per depoliticizzare la tv. E Forza Italia fa da apripista
Mentre il nuovo Cda Rai resta ancora senza presidente, con la nomina di Simona Agnes in stallo per la contrarietà delle opposizioni a ufficializzarla, si susseguono gli eventi relativi alla rivoluzione strutturale della tv pubblica. Martedì 5 novembre alle 11.00, nella Sala Colletti della Camera dei Deputati, si terrà la conferenza stampa per la presentazione della proposta di Forza Italia sulla riforma del sistema radiotelevisivo. All'incontro saranno presenti i presidenti dei senatori e dei deputati azzurri Francesco Gasparri e Paolo Barelli, il capogruppo Fi in Vigilanza Roberto Rosso e i componenti Rita Dalla Chiesa e Andrea Orsini. Il senatore Gasparri aveva già illustrato tale proposta qualche giorno fa nel Salon D'Hercules di Palazzo Farnese, durante l'evento organizzato da Eurovisioni moderato da Duilio Giammaria e dalla Presidente della Vigilanza Barbara Floridia.
L'evento di Eurovisioni, capitanato da Michel Boyon, illustrava le proposte dei partiti italiani relative al futuro del servizio pubblico e ai progetti di legge di riforma il cui iter è stato incardinato nella Commissione VIII del Senato, presieduta da Claudio Fazzone (Fi).
Oltre al senatore Gasparri, sono intervenuti Stefano Candiani della Lega, i deputati Federico Fornaro e Stefano Graziano del Pd, la senatrice Dolores Bevilacqua del M5s, Maria Elena Boschi (Iv), il deputato di Avs Giuseppe De Cristofaro e Maurizio Lupi di Noi Moderati. Tutti concordi sulla incostituzionalità della «legge Renzi» che ha consegnato la Rai al Governo, e sulla necessità di restituirla al Parlamento e alla società civile, dilatando il mandato della governance fino a un massimo di sei anni (rispetto ai tre attuali). Gasparri ha anche ricordato di aver depositato un testo per l'abolizione della carica di Ad Rai e il ritorno al Direttore Generale. A Palazzo Farnese sono poi intervenuti il presidente FNSI Vittorio Di Trapani, il consigliere Rai Roberto Natale (Avs), il segretario USIGRai Daniele Macheda, Renato Parascandolo di Articolo 21, Stefano Balassone e altri.
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Vittorio Di Trapani, rilevando non senza ironia la «condivisione totale» dei vari partiti sull'argomento, ha auspicato che tale idillio porti a un sollecito voto in capigruppo per discutere la riforma in sede deliberante «altrimenti ad agosto siamo ancora qui».
Già, perché ad agosto 2025 entrerà in vigore lo European Media Freedom Act, secondo il quale la procedura di nomina del CdA Rai è di fatto illegittima. Intanto, che fine ha fatto il ricorso al Tar presentato mesi fa da tre candidati al CdA Rai, Antonino Rizzo Nervo, Stefano Rolando e Patrizio Rossano, spalleggiati dall'ex presidente Roberto Zaccaria, che sosteneva l'incostituzionalità della procedura di nomina della governance Rai? La sentenza – ritenuta una «spada di Damocle» sull'attuale assetto Rai – era fissata per il 23 ottobre scorso. Il 17 ottobre, tuttavia, i ricorrenti hanno presentato dei motivi aggiuntivi, e così la nuova udienza è stata fissata dal Tar il 5 febbraio 2025.
Nei due giorni successivi alla conferenza di Fi, il 6 e 7 novembre, partirà nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani l'evento organizzato dalla presidente della Vigilanza Barbara Floridia, intitolato «Le sfide del servizio pubblico». Un incontro con esperti del settore per ripensare la Rai nell'era digitale e promuovere un'informazione indipendente e pluralista. Fra i relatori: l'Ad Giampaolo Rossi, Marcello Veneziani, Aldo Grasso, Bruno Vespa, Giovanni Floris, Alessandro Morelli, Adolfo Urso, Augusta Montaruli, Noel Curran, Paola Severini Melograni, Franco Bechis, Marco Travaglio, Alessandro Sallusti, Mario Sechi. L'ambizioso evento trasversale scioglierà finalmente il nodo sulla nomina di Simona Agnes facendo apparire i 2-3 voti necessari a ufficializzarla? Vedremo.