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5 Stelle, il nuovo Vaffa. Nella guerra Grillo-Conte accuse incrociate su chi volle Draghi

Mira Brunello
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Il movimento sarà anche evaporato, come ha scritto lo stesso Beppe Grillo, rivendicando il diritto all’estinzione. Lui, però, l’ex comico va avanti imperterrito. Con quei suoi post improvvisi, o meglio "supercazzole", che lasciano sempre un po’ l’amaro in bocca, insomma ci è o ci fa? Così anche ieri ha lasciato un segno: «Le persone che pensiamo siano vere, sono false». Una grande verità, d’accordo, ma si riferirà a Giuseppe Conte, l’uomo con la pochette che vuole rilevare il M5S delle origini? Il garante detronizzato poi prosegue con la sua metafora filosofica: «spesso crediamo a idee false. Sappiamo un pò che sono false. Ma pensiamo che dovrebbero essere vere. Tutti. Siamo fatti così». Cita quindi esempi di credenze in cui facilmente si cade, pur sapendo che sono false, come la definizione di aloe vera. Si l’aloe e le creme anti vecchiaia, «Ero in una farmacia. Entra una signora. Compra un flaconcino di crema emolliente-idratante-nutriente-rassodante. 70 euro. 1400 euro al litro. Se si può credere che esista una crema anti-vecchiaia e comprarla a 1400 euro al litro, allora si può credere a tutto. Anche alla Terra Piatta».

 

 

 

Chissà se è un velo di autocritica: uno vale uno, l’abolizione della povertà e la serie infinita di facezie tratte dall’album storico dei ricordi? Anche quelle in fondo credenze miracolose smerciate in Parlamento o sul balcone di Palazzo Chigi. Oltre agli spunti di Beppe Grillo, che proverà a rovinare la Costituente dell’ex presidente del Consiglio, il Movimento 5 stelle, diviso in mille rivoli, è ad un momento di svolta. Perché se da una parte c’è la rabbia del fondatore, dall’altra ci sono i dubbi dell’attuale amministratore delegato, l’avvocato di Volturara Appula. Il magrissimo raccolto ligure (sotto il 5%) ha rafforzato il convincimento che il leader cova da tempo. Basta inseguire quel "vampiro" di Elly, che ci succhia tutti i voti e ci riduce al lastrico, alla mercé di un Matteo Renzi qualsiasi. E quindi perché non tentare la sorte in solitaria? Puntando magari sulle posizioni spinte che il movimento ha preso in questi mesi dall’Ucraina in poi. Una svolta originale. Giuseppe Conte si libera in malo modo di Beppe Grillo, ed al tempo stesso, potrebbe tornare ad abbracciare il posizionamento che l’ex comico prediligeva: da soli contro tutti. Il mitico "processo" in streaming al povero Pierluigi Bersani, la disinvoltura che consentì di passare da un governo con Matteo Salvini ad uno con Dario Franceschini. In pratica il dna del M5S.

 

 

 

In questo modo la lite furiosa, tra il garante e l’avvocato, può ridursi ad una banale antipatia tra i due. Grillo non ha mai scelto Conte, neanche agli albori, quando dopo le elezioni del 2018, spuntò fuori questo professore universitario nonché avvocato d’affari, presentato al gruppo da Alfonso Bonafede. L’ex comico ha fatto buon viso a cattivo gioco, i suoi prediletti sono sempre stati altri, Virginia Raggi in testa. Anche quando l’avvocato dovette lasciare Palazzo Chigi per l’intemerata di Matteo Renzi, e Mario Draghi iniziò a trattare, tra i due fu un gioco di specchi. Grillo era fortemente contrario all’insediamento dell’ex governatore, ma bastò una telefonata (tra il 3 ed il 4 febbraio del 2021) di Super Mario a fargli cambiare idea. Conte, tramortito per il trasloco, non oppose resistenza al suo successore, salvo poi trasformarlo nel suo nemico giurato. Così anche al prossimo happening in programma a Roma il 23-24 novembre (la celeberrima Costituente) Grillo potrebbe preparare il suo assalto, il repertorio già sperimentato all’epoca delle incursioni alle assemblee degli azionisti Telecom. Insomma niente di nuovo.

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