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Conte va all'attacco di Colosimo e difende gli "intoccabili" ex pm

Edoardo Sirignano
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«Bullismo istituzionale contro Scarpinato e De Raho». Giuseppe Conte, intervenuto in una conferenza in Senato, rompe gli indugi e difende gli ex pm, oggi parlamentari del M5S. «Si sta cercando di delegittimare due campioni dell’Antimafia», tuona il capogruppo dei gialli in Senato Stefano Patuanelli, dimenticando, però, che stiamo parlando dello stesso senatore che insisteva per leggere le intercettazioni che lo riguardavano o del deputato-ex capo della Dna, ovvero colui da cui dipendeva Striano, il luogotenente diventato celebre per gli accessi abusivi ai database della Procura. Nonostante ciò, secondo il grillino, anzi contino, Francesco Silvestri, si vogliono creare dei «conflitti d’interesse ad hoc», per distogliere l’attenzione da quelle ferite ancora aperte o meglio da quelle indagini che, a dire della nota diffusa ai giornalisti, «chi guida la commissione si rifiuta di fare». Per Scarpinato addirittura la maggioranza starebbe provando «a riscrivere la storia, continuando a negare la responsabilità dei neofascisti, per esempio, nella strage di Bologna».

 

 

L’ex magistrato sostiene di essere finito nel mirino di una certa destra solo perché ha indicato una serie di buchi neri, depositando una memoria di ben 57 pagine e soprattutto indicato delle piste precise. «Se vengono seguite – evidenzia - si arriva da una sola parte. Hanno cercato di screditare anche Falcone e Borsellino quando le seguivano». Un paragone importante e rimarcato pure dall’eurodeputato Giuseppe Antoci. Dello stesso parere ovviamente De Raho, che non spende una parola sui fascicoli nati dagli archivi di cui era responsabile, ma accusa l’esecutivo di «spostare l’interesse altrove». Il vero affondo verso l’esecutivo Meloni, però, è quello di Giuseppe Conte, per cui bisognerebbe soffermarsi non sulle incompatibilità dei commissari, ma sul passato di chi presiede la Commissione. «Abbiamo visto la foto che mostra un rapporto molto amicale tra lei e Ciavardini, condannato con sentenze per aver ucciso il sostituto procuratore Mario Amato, per l’omicidio dell’appuntato Francesco Evangelista, per l’esecuzione della strage di Bologna. E loro si devono scusare di cosa?». Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso da Cosa Nostra, invitato dall’ex premier a un convegno, tenutosi prima dell’attesa conferenza, d’altronde, aveva già sottolineato un possibile legame tra la dirigente di FdI e l’ex terrorista.

 

 

 

Gli attacchi pentastellati, comunque, non finiscono qui. L’avvocato di Volturara Appula se la prende pure con l’onorevole Gemmato: «Il conflitto di interessi – ribadisce - non è qui, ma in un sottosegretario alla Salute socio di una clinica privata che dice che da lui le file non ci sono». Sulla linea del bavaglio a De Raho e Scarpinato, intanto, si ritrovano pure i dem di Schlein: «Ritengo che ci sia una volontà non dichiarata di occuparsi della mafia del passato per non occuparsi di quella odierna - ribadisce Walter Verini, capogruppo del Pd in Antimafia. Quanto accaduto a Milano, ci dice che le organizzazioni criminali acquisiscono sul mercato nero dati sensibili per ricattare soggetti economico-politici, ma anche Stati. Ragione per cui il presidente del Consiglio dovrebbe dire al Paese quanto e come sono a rischio le nostre banche dati in un tempo in cui gruppi stranieri, o meglio potenze, possono minare la nostra autonomia». Solidarietà a De Raho e Scarpinato, infine, dagli altri attori del campo largo, come Elisabetta Piccolotti, parlamentare di AvS e Antonio D’Alessio, deputato di Azione.

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