fine dei giochi
Movimento 5 Stelle, la fosca profezia di Roncone su Conte: "Se Grillo molla..."
La debacle in Liguria è il sintomo di un popolo che si sente ormai tradito. O solo l’ultimo dei disastri di un Movimento 5 Stelle che non sembra riconoscersi più nemmeno allo specchio, scioltosi come neve al sole dal governo Draghi in poi, sotto l’effetto d’una crisi inesorabile. Giuseppe Conte sembrava poter essere la soluzione a tutti i crucci. Nel tempo, invece, si è trasformato nel problema numero uno del fondatore del partito, Beppe Grillo. “Per Conte è certamente il momento più complicato della sua gestione”, ammette il giornalista Fabrizio Roncone, che poi prosegue nella sua analisi a 360 gradi sul periodo di fragilità estrema che sta attraversando la creatura sorta dalle scorie del ‘Vaffa Day’: “Per il Movimento questo è un passaggio chiave, nel senso che se davvero Grillo dovesse – come sembra ormai nei fatti – mollare la presa sul suo progetto, questo rischia di evaporare”.
Insomma, ad oggi i pentastellati somigliano tanto a una barca in piena tempesta, che imbarca acqua ovunque, con due comandanti che si litigano il timone senza risolvere alcunché. Se possibile, peggiorando anche la situazione, e i risultati si sono visti in tutte le ultime elezioni, europee o regionali che fossero. “Parliamoci chiaro, se gli va bene Conte può ancora tenere un po’ in piedi il Movimento”, sostiene l’inviato speciale del Corriere della Sera durante la puntata di Tagada, trasmissione di La7, condotta da Tiziana Panella.
Come in una relazione sentimentale, quando uno dei due membri barcolla, l’altro inevitabilmente ne risente. E lo stesso rischia di accadere al Partito Democratico, invischiato al centro di una lotta tra i centristi e il leader dei 5 Stelle nel cosiddetto “campo largo di derivazione giornalistica”, dice Roncone. “Ora la segreteria del Pd deve decidere cosa fare rispetto a Conte, perché il problema della Liguria è stato chiaro, lui si è rifiutato di mettersi al tavolo con Matteo Renzi. Prendo ordini da Conte, oppure faccio per conto mio? Questa è la riflessione politica da fare nel centrosinistra”. Poi una punta di sarcasmo finale: “Al netto che Conte non ha preso il 30% in Liguria, ma il 4,6%, giusto gli intimi hanno votato per lui”.