Migranti, i giudici rinviano alla Corte di Giustizia Ue. Gasparri: "Sfida dal sapore politico"
Una decisione tutt'altro che inaspettata. Il Tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia Ue il dl Paesi sicuri approvato dal governo, ponendo ai giudici europei il quesito su quali norme vanno applicate per definire il paese di provenienza di un migrante come "sicuro". Secondo i giudici, i criteri usati dal governo contrasterebbero con il diritto europeo e quindi questo potrebbe condurre a una disapplicazione delle norme del decreto. Forti e immediate le reazioni degli esponenti di centrodestra. "La giustizia in Italia in genere è molto lenta, salvo quando motivazioni politiche spingono i togati ad essere rapidissimi", ha premesso Maurizio Gasparri. "Da Bologna ci giunge la notizia in un baleno che le toghe si rivolgono addirittura alla Corte di giustizia europea per contestare un provvedimento giusto, sacrosanto, che serve alla sicurezza del Paese. Ora abbiamo la conferma che c’è un governo che difende la sicurezza e la legalità e una magistratura che fa scelte diverse, con una sfida dal sapore politico che non ci sorprende e ci rafforza in un giudizio negativo che riguarda sì una minoranza di togati, ma che non può non estendersi a un intero corpo che non reagisce a questi atti politici, che vanno fuori dalle regole costituzionali vigenti", ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia.
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Nella mossa del Tribunale di Bologna, c'è "una solare evidenza". Secondo Fabio Rampelli, "una certa magistratura accelera procedure e procedimenti ogni qual volta intenda minare l’operato politico di un governo legittimamente in carica. L’iter di conversione del dl ’Paesi sicuri' non ha neppure cominciato il suo iter alla Camera che già assistiamo all’invio da parte del Tribunale di Bologna della richiesta alla Corte di Giustizia Europea per chiedere quali siano i parametri per individuare i Paesi sicuri". "Siamo proprio sicuri che tale competenza spetti al Tribunale di Bologna?", ha chiesto su Facebook il vicepresidente della Camera, per poi aggiungere: "È stato avvisato di questa iniziativa il Ministro Guardasigilli? Tra spionaggi e tentativi di delegittimazione del Governo sembra chiaro anche il desiderio di commissariamento nei confronti delle Camere e dei suoi parlamentari da parte di alcune procure. All’indomani del ceffone dato alla sinistra nelle elezioni liguri sembriamo sempre di più una democrazia a libertà condizionata".