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Elezioni, il centrodestra ora punta l'Umbria. Con il sogno “proibito” dell'Emilia Romagna

Gaetano Mineo
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Con la vittoria del centrodestra in Liguria, s’è infranto il sogno del 3-0 di Elly Schlein. Il sindaco di Genova, Marco Bucci, è il nuovo governatore della Regione, mettendo all’angolo l’ex ministro Dem, Andrea Orlando. Ora i riflettori si spostano sulle Regionali in Emilia Romagna e Umbria dove, il 17 e 18 novembre prossimi, gli elettori saranno chiamati a eleggere i nuovi presidenti di regione e i rispettivi consigli regionali. Il "refrain" nel centrodestra, infatti, è «ora prendiamoci anche l’Umbria».

 

 

Per il centrodestra, l’obiettivo è riconfermare la presidente uscente Donatella Tesei e tentare il colpaccio conquistando la storica roccaforte della sinistra: l'Emilia-Romagna. La sfida emiliana vede Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e candidato del Pd, sostenuto da una larga coalizione di centrosinistra. Il centrodestra ha però deciso di schierare una figura civica, Elena Ugolini, che mira a portare avanti un messaggio di rinnovamento e di apertura al cambiamento. Questa scelta riflette la volontà di intercettare l'elettorato che, stanco delle consuetudini politiche della regione, potrebbe essere propenso a valutare una nuova direzione politica. Oltre ai due principali schieramenti, si aggiungono altre candidature che movimentano, ulteriormente, il panorama elettorale emiliano-romagnolo, come quella di Federico Serra, rappresentante della sinistra radicale, e di Luca Teodori, attivista no vax.

 

 

In Umbria, il centrodestra si presenta forte della leadership della presidente uscente Donatella Tesei, la quale, sostenuta dalla coalizione di centrodestra e da Alternativa Popolare del sindaco di Terni Stefano Bandecchi, punta a consolidare la propria posizione. Il centrosinistra, tuttavia, non intende lasciarsi sfuggire l'occasione di riconquistare una regione che ha visto alternarsi diversi orientamenti politici negli ultimi anni. La candidata Stefania Proietti, sindaca di Assisi e sostenuta dalle forze progressiste raccolte attorno al "Patto Avanti", rappresenta il tentativo di riconnettere il centrosinistra a una tradizione regionale che ha, per anni, visto prevalere orientamenti di sinistra.

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