fine del Campo Largo
In Liguria è game over per il Campo Largo. Finisce il sogno di Schlein, Conte sprofonda
«Clamoroso al Cibali», anche se stavolta la partita si giocava in Liguria. In una situazione letteralmente incredibile, con un testa a testa durato fino all’ultima scheda, con le proiezioni che fino a sera davano un risultato diverso da quello del Viminale, Marco Bucci taglia il traguardo per un’incollatura: sarà il prossimo presidente della Regione Liguria. Un disastro per Elly Schlein, che azzera un anno e mezzo di sua segreteria, riducendo a chiacchiere la sua voglia di sorpassare Giorgia Meloni. 24 ore che riaprono tutti i nervi scoperti di un’alleanza pericolante da tempo (che poche settimane fa lo stesso Conte dichiarava morta) ma che aveva trovato alle Europee di giugno una tregua momentanea. Nella cattiva sorte l’inquilina del Nazareno si trova accanto a Giuseppe Conte, il leader del Movimento 5 Stelle sconfitto due volte, con un voto di lista disarmante, sotto il 5%, (4,85% contro il 10 raggiunto alle europee) proprio a casa dell’odiato fondatore Beppe Grillo (che non è andato neanche a votare).
In più il capro espiatorio perfetto per il diktat che ha escluso Matteo Renzi, probabilmente i voti che sarebbero serviti a ribaltare il risultato finale. Che ora ammette: «Non ci nascondiamo dietro un dito, un risultato deludente. Abbiamo l’assoluta necessità di rifondare il Movimento. Renzi ci avrebbe fatto perdere più voti». Le premesse di una contesa in qualche modo memorabile c’erano tutte. Il campo largo si è mangiato una partita, che considerava praticamente già chiusa. Sfuma il primo gol della stagione elettorale dell’autunno, in vista di quel vagheggiato 3-0, che avrebbe dovuto segnare il tramonto della maggioranza di governo, come ironizza la deputata di Forza Italia Isabella De Monte. La rimonta di Marco Bucci è stata implacabile, in una Regione in cui il suo predecessore (Giovanni Toti) è stato travolto da un’inchiesta che ha azzerato gli organigrammi, il sindaco di Genova è riuscito a mettere a nudo tutti i limiti del suo competitor. Ovvero il cavallo di razza Andrea Orlando, una carriera interamente consumata a Roma tra incarichi ministeriali e scranni a Montecitorio, ligure praticamente solo per il fine settimana. Che a sconfitta avvenuta, chiama la rivincita su Genova: «Il capoluogo è una sfida che si apre subito e che dobbiamo giocare subito, i numeri sono incoraggianti. Abbiamo pagato le difficoltà del campo largo».
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Un’elezione che in Liguria si racconterà per molti anni. Determinata da Imperia, la provincia più piccola della Regione, molto più che a Genova (dove il primo cittadino ha perso per settemila voti). Una situazione analoga a quella che incassa l’ex ministro dem: riesce a vincere a La Spezia, la sua città, ma non con lo slancio che gli sarebbe servito. Così tra i vincitori oltre a Marco Bucci e a Giorgia Meloni, un posto di tutto rilievo va riservato a Claudio Scajola, il primo cittadino di Imperia, propiziatore del trionfo del centrodestra nel Ponente. In pratica l’uomo partita. Il voto ligure conferma un’altra storica tendenza: il Pd vince nelle Ztl, il centrodestra nelle province. Ora per Elly Schlein, arrivata al Nazareno nel tardo pomeriggio, si apre una fase delicata. Con la minoranza che tornerà sulle barricate, a mettere in discussione la capacità realizzativa della segretaria. Che rafforza il voto di lista al Pd (al 28%) ma che non sarebbe in grado di mettere insieme una coalizione realmente competitiva. Con altre parole, lo dice anche l’eurodeputato Dario Nardellla: «Il tema riguarda gli alleati del Pd, noi la nostra parte l'abbiamo fatta». La causa? Un eccesso di arrendevolezza con i colpi di testa del M5S. Eppure Conte non demorde, tanto che il Movimento va all’attacco: «Renzi non ci interessa è un sobillatore». Una coalizione tutta spinta a sinistra (tra Avs e M5S) ma scoperta sul fronte moderato. Con Calenda, che con il suo Patto Riformista porta ad Orlando, un misero 1,75%. Ora il secondo tempo in Umbria, ma con i «cattivi» auspici consumati a Genova. Per Schlein sarà durissima.