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Report, comizio a urne aperte: nel mirino di Ranucci Giuli e Toti

Aldo Torchiaro
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Sigfrido Ranucci può fare strane delle regole, può mettere in onda servizi sulle inchieste aperte in Liguria mentre in quella regione si vota? A dirlo sarà la commissione di Vigilanza Rai e saranno le eventuali istanze di valutazione disciplinare interna che saranno richieste alla Rai. Di fatto, ieri sera in prima serata su Rai Tre, nel pieno del silenzio elettorale, il conduttore (che è, sarà bene ricordarlo, anche vicedirettore ad personam di Rai Tre) ha mandato in onda una inchiesta dal titolo «Liguria nostra». A firmarlo, Luca Chianca e Alessia Marzi che richiamano nientemeno che Cosa nostra. E già dalle premesse si capisce dove va a parare Report.
Mentre in Liguria si sta votando (fino a oggi pomeriggio) i liguri si trovano in Rai un servizio che torna sull’arresto dell’ex presidente della Regione, Toti, dell’ex presidente dell’autorità portuale Emilio Signorini e di uno dei più importanti terminalisti del porto, Aldo Spinelli.

 

 

 

«Un terremoto giudiziario che ha portato la Regione Liguria a nuove elezioni», preannunciava Report nello «strillo» inviato con tanto di nota stampa. E con l’intenzione dunque fin troppo dichiarata di intervenire a urne aperte sulle opinioni degli elettori. Facile immaginare che, visti i sondaggi, gli avversari della candidatura di Marco Bucci provino il tutto per tutto per inquinare il clima e incidere sugli indecisi. Come se poi il diritto di replica di Toti, le eventuali carte o documenti per contestare il noto metodo Report potessero essere mandate in onda prima di aver provocato un qualche spostamento elettorale. Chi è del mestiere, trasecola.
Giampaolo Sodano, a lungo direttore di Rai Due, è incredulo, sbigottito: «La considero una cosa assurda, contro la norma che da decenni prevede che finita la campagna elettorale, ci sia il silenzio. Non può essere svolto alcun intervento pubblico capace di indirizzare l’opinione degli elettori, mentre si vota. Poi figuriamoci se si interviene sulla vicenda Toti, Signorini e Spinelli, inserendosi in una vertenza politica molto delicata e complessa, trattata da inchieste giudiziarie ancora in corso».

 

 

L’ex direttore Rai non la manda giù: «Se ci fossi stato io avrei convocato il conduttore e gli avrei semplicemente detto che questo servizio era rimandato alla settimana successiva, dopo il voto. Questione di opportunità, di deontologia. Che il giornalista si deve porre per primo », conclude Sodano. Speranze vane. Maurizio Gasparri invoca l’audizione in commissione di Ranucci in Vigilanza. Si farà tardi e sarà l’ennesimo show per il conduttore di Report, che l’ultima volta – un anno fa, il 7 novembre 2023 prima di presentarsi si era fatto scudo della grancassa di un sit-in di simpatizzanti in piazza del Pantheon. Roberto Bagnasco, deputato di Forza Italia, è su tutte le furie: «È un fatto inaudito che a urne aperte la Rai decida di mettere in onda un servizio dedicato a uno e a uno solo dei due schieramenti in campo, mi lascia molto, molto perplesso. Impossibile non vedere la violazione del silenzio elettorale», dice. E non c’è solo la Liguria. Report se la prende anche con una inchiesta sulla gestione del Maxxi di Roma con la presidenza dell’attuale ministro della Cultura Alessandro Giuli e del suo ex capo di gabinetto Francesco Spano. Inchieste a senso unico, sempre con il centrodestra nel mirino.

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