Dossieraggi, Crosetto: "Un vaso di Pandora. Punire chi ha abusato delle banche dati"
L'ennesimo caso di dossieraggio non ha fatto altro che far emergere in maniera cristallina l'esistenza di una rete per cui il nuovo oro sono i dati e le informazioni riservate. Quanto emerso in queste ore sulla banda di hacker-spioni di Equalize, facente capo al manager di Fondazione Fiera, Enrico Pazzali, e all’ex poliziotto Carmine Gallo, non è che un nuovo capitolo di una storia ormai conosciuta. Spiare dal buco della serratura e abusare del proprio ruolo, in Italia, sembra azione diffusa. "Da quando ho lanciato l’allarme sul caso dossier (cioè sui poteri affidati dallo Stato per la sicurezza e la giustizia ed utilizzati da alcuni, molti, per scopi illeciti, illegali ed illegittimi) si è aperto un vaso di Pandora. Prima l’inchiesta di Cantone, nata dalla mia denuncia, poi il caso di Bari sull’accesso ai conti bancari di persone note ed oggi questo enorme scandalo milanese di hackeraggio e dossieraggio", ha scritto stasera su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
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"All’inizio, ma ancora in questi giorni, in molti ironizzavano e cercavano di sminuire gli ’allarmi di Crosetto' o i ’complotti evocati da Crosetto'. Ora in tanti stanno capendo ed ammettono, i più tacciono e quelli che continuano a sminuire lo fanno evidentemente in autotutela. Non ho parlato più di questo tema ma oggi una cosa voglio dirla: l’abuso non è finito, come si dimostra con l’inchiesta milanese di oggi, ma continua imperterrito", ha continuato. Come si può ostacolare l'azione di chi vuole impossessarsi di informazioni riservate? "Occorre, e il governo si sta muovendo in tal senso, rendere impossibile l’utilizzo delle banche dati per scopi che non siano quelli autorizzati dalla legge. Occorre punire chiunque ne abbia abusato finora, sia dipendente pubblico che privato. Ma occorre punire anche chi ha utilizzato queste informazioni e chi le ha commissionate", ha evidenziato il ministro della Difesa.
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"La cosa più importante - ha continuato Crosetto - sarebbe sapere però se esiste un filo rosso che lega, magari nell’inconsapevolezza degli attori minori, tutte queste, e molte altre, raccolte informative, intrusioni illegittime, inseguimenti, pedinamenti, filmati, fotografie, registrazioni, non autorizzate e non giustificate da nulla di legale. Penso che le dimensioni ormai raggiunte dai fenomeni che stanno emergendo, che ripeto per me non sono che la punta dell’iceberg di un malcostume diffusissimo, debbano portare anche il Parlamento ad una riflessione su come vada affrontato, normato ed indagato questo tema, che può gravemente minare la convivenza democratica, influenzandone uno svolgimento corretto. In molti, troppi, ne hanno goduto, in questi anni", ha concluso il ministro della Difesa.