Giustizia, Nordio tenta la mediazione dopo la mail de Il Tempo: “Riforma sì, ma condivisa”
«L’unica opposizione che temiamo è quella dei magistrati», aveva detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto un anno e mezzo fa. Da allora gli episodi che sembravano confermarlo si sono ripetuti. Buon ultima, la mail pubblicata da Il Tempo che il sostituto Procuratore generale della Cassazione, Marco Patarnello, aveva inviato ai suoi colleghi, dove si definiva «pericolosa» la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Adesso il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sembra provare la via dell’apeasement con la magistratura. «Non c'è assolutamente il braccio di ferro del Governo con la magistratura. Io non lo definirei tale», ha dichiarato ieri il Guardasigilli. Certo, «vi sono dei momenti in cui per le esternazioni di alcuni magistrati noi ci sentiamo in dovere di ricordare le parole di Sergio Mattarella che esiste una divisione di poteri e i magistrati - osserva - devono essere ma anche apparire imparziali. Quindi meno parlano meglio è, se non attraverso le sentenze». Nordio è un fiume in piena. «Il mio mondo ideale - aggiunge - vedrebbe i magistrati che non criticano le leggi e i politici che non criticano le sentenze. Però bisogna dire che questa anomalia non l’abbiamo iniziata noi. Non hanno iniziato i politici. Hanno iniziato - dice - i magistrati con delle esternazioni qualche volta anche eccessive. Ma io auspico - conclude - che questa situazione di tensione che tanto in tanto sale tanto, tanto si abbassa venga diminuita; avremo tra poco anche un incontro con i vertici di Anm secondo proprio gli auspici del presidente Mattarella si ritorni a lavorare in piena armonia».
Meloni sui giudici: “Nessun complotto, solo menefreghismo verso gli italiani”
Tempo di cogliere gli inviti al dialogo che sono arrivati proprio dal Colle, insomma. Di provare a seppellire l’ascia di guerra e guardare al futuro, all’agenda delle attività urgenti per rimettere in sesto il pianeta Giustizia. Nel corso di un videocollegamento il Guardasigilli elenca le sue priorità: «Prima di tutto mettere mano alla riforma della giustizia civile e l’attuazione del piano Pnrr perché la lentezza della giustizia civile compromette per il 2% del Pil nazionale». Nordio ha poi teso formalmente la mano alla magistratura, ringraziando «i magistrati che con grande energia si stanno occupando per eliminare l’arretrato. Perché - confida - la cosa più importante in questo momento dell'economia e la giustizia vi incide molto. Mi sta a cuore - ammette -la riforma costituzionale per la riforma sulla separazione delle carriere e soprattutto del Csm; terzo l'attenzione che abbiamo enorme sul problema delle carceri che stiamo cercando di risolvere o comunque di ridurre attraverso tre strategie: quella dell’espiazione della pena degli stranieri nei paesi di origine, la detenzione differenziata per quei tossicodipendenti che prima che essere dei criminali sono dei malati e in terzo luogo riducendo la carcerazione preventiva attraverso una riforma sulla custodia cautelare». Punto non di poco conto.
Quella mail, i giudici e i bassifondi
Il ministro rileva che ci sono «tante altre riforme in piedi: sulla responsabilità medica, sul codice di procedura penale, sui diritti dell’impresa. Insomma tutta una serie di attività che porti la giustizia italiana a un livello di efficienza e nello stesso tempo anche di adeguamento ai parametri internazionali per quanto riguardai diritti dei cittadini, la presunzione innocenza che peraltro non deve mai essere disgiunta dalla certezza della pena». Il clima di armonia invocato dal Quirinale può farsi largo nei fatti? Servirà un po’ di tempo e i giusti passi avanti da entrambe le parti. Maggioranza e governo, senza rinunciare alla loro azione riformatrice, guardano al dialogo con fiducia. Il ministro Nordio ha ricevuto un invito per il convegno di Magistratura Democratica, che compie 60 anni: ha già confermato la sua presenza a Roma per i lavori conclusivi, domenica 10 novembre.
E ora anche l'Europa vuole fermare la riforma della Giustizia