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Liguria, Orlando chiede aiuto agli elettori renziani. Iv: "No, libertà di voto"

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Mira Brunello
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«Scurdàmmoce ’o ppassato», propone Andrea Orlando. Il corteggiamento delle ultime ore però non ottiene gli effetti desiderati, anzi produce altra tensione. L’ex ministro, candidato in Liguria del campo largo, aveva provato l’affondo finale: «Credo che una larga parte dell’elettorato di Italia Viva voterà per il centrosinistra, anche perché la campagna elettorale della destra, al netto di Bucci, è stata trainata prevalentemente da Salvini, Vannacci, Bandecchi e Rixi, che ha gettato la maschera mostrandosi nella sua versione naturale, quella di un estremista».

Costringendo così il presidente ligure del partito di Renzi, Eugenio Musso, a mettere le cose in chiaro: «Confermiamo l’indicazione della libertà di voto, ma personalmente credo che gli elettori di Italia Viva pretendano rispetto e non dimentichino quando il rispetto viene meno». Insomma la pressione del front man del centrosinistra viene cassata in pieno.

 

D’altra parte, quando alla vigilia della presentazione delle liste, Giuseppe Conte emanò il diktat contro Italia Viva, escludendola anche dalla lista civica, nessuno fiato. A partire proprio da Andrea Orlando, tutto sommato soddisfatto di aver risolto un elemento di tensione con il M5S. Per non dire di Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Ferruccio Sansa, felici di non avere a che fare con Matteo Renzi. Il ripensamento è venuto dopo, con la paura di aver buttato via, o peggio consegnato all’avversario, quei pochi voti che domenica e lunedì possono fare la differenza. Troppo tardi, perché Marco Bucci, lo sfidante di centrodestra, nella lista "Orgoglio Liguria", ha candidato direttamente molti esponenti uscito da Azione e da Italia Viva. In virtù anche del fatto che il sindaco di Genova fino all’ultimo è stato sostenuto da IV, che aveva nella sua giunta un assessore.

Esclusi i centristi, Andrea Orlando però accoglie la sintonia ritrovata con Giuseppe Conte che per lo show finale si presenta con il volto rassicurante: «Sono sul palco con Elly Schlein perché qui c'è un progetto serio per la Regione con obiettivi politici specifici». L’avvocato di Volturara Appula fa buon viso a cattivo gioco, per 24 ore dimentica la lunga contesa con la segretaria del Pd, come i dubbi sul candidato, che costrinsero l’ex ministro a stare ai box per settimane, prima di ricevere ufficialmente il via libera.

Dopo i pugnali, arrivano i sorrisi durante la manifestazione di chiusura della campagna elettorale al teatro Politeama di Genova. Tutti insieme per una foto di famiglia sul palco: la segretaria Pd Elly Schlein, il leader M5S Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, Elena Bonetti in rappresentanza di Azione (Carlo Calenda in videocollegamento), il segretario Psi Enzo Maraio. Fratelli "coltelli" per la quantità di polemiche che si sono registrate proprio in Liguria.

Così l’unico vero punto d’accordo tra gli alleati lo mette subito in chiaro Conte (che però subito dopo il suo intervento, abbandona il teatro), «il sistema Toti è marcio, è malsano, è da cancellare. Lo dobbiamo spiegare a tutti i cittadini». Ancora più netto Nicola Fratoianni: «Essere contro questa destra è già di per sé un formidabile programma politico». Insomma inutile dividersi sulla Gronda, per stare insieme basta essere all’opposizione di Giorgia Meloni.

Elly Schlein è più prosaica e dal palco annuncia che «Questa è la volta buona per cambiare. Si scrive Bucci, si legge Toti». Lo stesso ragionamento che riprende Andrea Orlando: «Dobbiamo vincere per impedire il terzo mandato di Toti». In realtà un cambio di passo improvviso, il Od pensava infatti di coronare un successo facile contro avversari allo sbando, si preannuncia invece uno scrutinio al cardiopalma. Soprattutto al Nazareno. Lunedì sarà una lunga giornata in Liguria.

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