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Regionali, Meloni a Genova per Bucci: "La sinistra? Guarda dal buco della serratura"

«Lasciamo alla sinistra guardare dal buco della serratura, noi continuiamo a lavorare e a portare avanti le riforme giuste» del premierato, dell’autonomia e della giustizia, perché «la maggioranza della magistratura» non ne può più delle correnti politicizzate, «dicono che vogliamo il controllo della politica» sui giudici, «veramente la riforma dice che il Parlamento non elegge più una parte del Csm, casomai lo togliamo il controllo della politica sulla magistratura». Nei giorni in cui la politica si dibatte sulle polemiche riguardo il ministro della Cultura Giuli, sulle dimissioni del suo capo della segreteria Spano, alla vigilia della trasmissione ’Report’ che ha già ha preannunciato nuove rivelazioni, la premier Giorgia Meloni promette di tirare dritto. Non solo sui provvedimenti considerati cavalli di battaglia dalle forze politiche della coalizione, «lavorerò giorno e notte» per superare gli ostacoli sorti sul fronte dell’immigrazione e sul modello Albania, «supereremo ogni attacco politico e ogni sentenza irragionevole».

 

  

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Con il partito democratico il presidente del Consiglio è ’tranchant’: «Noi siamo un governo che non è supino. La sinistra quando stava al governo le banche le salvava oppure, con i soldi degli italiani, garantiva i prestiti che le banche dovevano dare alle imprese, compreso quello da 6,5 miliardi che abbiamo dato alla Stellantis degli Elkann»: quando «stanno all’opposizione sono Robin Hood e quando stanno al governo diventano lo sceriffo di Nottingham». Il riferimento è alle critiche sul contributo chiesto alle banche («Non è un qualcosa di punitivo») e soprattutto l’affondo è legato agli attacchi dell’opposizione in tema di sanità: «Altro che tagli, gli regaleremo una calcolatrice». La manovra è difesa a spada tratta: «È una manovra di buon senso, non butta un euro nelle cose cretine. Abbiamo messo le poche risorse che avevamo dove servivano». Ma l’obiettivo è difendere tutto il lavoro portato avanti dall’esecutivo in questi due anni: «Quando ci siamo insediati tutti dicevano che saremmo durati massimo sei mesi, che sarebbe arrivata la tempesta finanziaria e l’Italia sarebbe andata in default o sarebbe stata totalmente isolata. Poi si sono svegliati tutti sudati». Ed ancora: «Abbiamo stravolto tutti i pronostici. La strada è quella giusta. Noi abbiamo il tasso di occupazione oggi più alto da quando Garibaldi ha unificato l’Italia e abbiamo il tasso di disoccupazione più basso degli ultimi diciassette anni». È questione «di visione», come quella che, a parer della premier, ha il candidato del centrodestra per la regione Liguria, Marco Bucci. Meloni lo ringrazia più volte.

 

Tutti i leader del centrodestra salgono sul palco dell’auditorium dei Magazzini del cotone a Genova per esaltare «l’uomo del fare», capace «di dire sì invece dei no» della sinistra. «La Liguria non può tornare a essere la regione dei clienti, di quelli che hanno la tessera di un solo sindacato», dice il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, «Bucci ha ricostruito il Ponte Morandi, una ferita profonda per Genova, ma se tutti quelli che distruggevano castelli avessero fatto costruire la Gronda, magari il Ponte Morandi non sarebbe caduto», sostiene il ministro degli Esteri. All’auditorium dei Magazzini del cotone a Genova i leader della coalizione (oltre a Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini ci sono Maurizio Lupi per Noi moderati, Antonio De Poli per Udc, Stefano Bandecchi per Alternativa popolare) rilanciano la compattezza dell’alleanza. «Governeremo insieme ancora, non si illudano, non ci saranno divisioni. La coesione è fondamentale. Il nostro compito non è quello di rubarci i voti tra di noi», afferma ancora il vicepremier e segretario di FI. «Provano a dividerci. Ciò che accade al singolo accade a tutti - rilancia il leader della Lega -. Io mai nella vita penserei di sconfiggere un avversario politico con i tribunali, con i giudici e gli arresti. Non dobbiamo mai sfilacciarci, se non siamo ricattabili non governiamo la Liguria per i prossimi cinque anni ma per i prossimi trenta, perchè non siamo in vendita». «Fino a qualche settimana fa - sottolinea la premier - la sinistra già cantava vittoria. Noi ci siamo ritrovati ad attraversare una situazione difficile, il centrosinistra pregustava una vittoria schiacciante, poi sono tornati a fare i conti con la realtà. E la realtà è che il centrodestra ha portato» nella regione Liguria «lo sviluppo».

 

Mentre Salvini è l’unico a citare l’ex governatore della regione e convitato di pietra: «Se siamo qui lo dobbiamo anche alla gestione di Giovanni Toti. Non c’è niente da cancellare». In platea ci sono diversi parlamentari di Fdi, a partire dal capo dell’organizzazione del partito Giovanni Donzelli. Per la Lega è presente, tra gli altri, il senatore Claudio Borghi e il viceministro al Mit, Edoardo Rixi. Per Forza Italia ci sono anche Claudio Scajola e l’ex sindaco di Milano, Letizia Moratti. La Lega all’ingresso distribuisce focacce, ci sono tante bandiere di Forza Italia e di Fdi, c’è perfino una delegazione della comunità del Bangladesh a sostegno del sindaco di Genova. E alcuni manifestanti che protestano contro la direttiva Bolkestein. «Chiediamo la corretta applicazione della direttiva e delle sentenze della corte di giustizia europea», lo striscione esposto dei balneari. La premier interrompe il comizio per alcuni secondi, promettendo di parlargli. La riunione si tiene dopo la kermesse, con il presidente del Consiglio che esprime vicinanza mentre i protestando invocano all’esecutivo risultati concreti.